Il meteo in Italia: tra passato e futuro
Il mese di Febbraio sta procedendo senza particolari eventi climatici che richiamino l’atmosfera invernale, anzi, le recenti perturbazioni sembrano più tipiche dell’autunno, succedendo a un periodo di clima mite che ha fatto pensare a una precoce Primavera. Di conseguenza, si potrebbe pensare che l’inverno quest’anno abbia deciso di non farsi sentire. Tuttavia, le previsioni meteo indicano una possibile svolta con l’arrivo di freddo intenso e neve dopo il 20 febbraio, anche se al momento la certezza di tale scenario è ancora bassa.
Nonostante l’inizio poco promettente della stagione invernale, è prematuro escludere l’arrivo della neve nel nostro Paese. Anche il mese di Marzo, infatti, può riservare sorprese e regalare ondate di freddo notevoli, capaci di imbiancare anche le città di pianura e le zone costiere.
L’ondata di gelo del marzo 1987
Chi ha qualche anno in più sicuramente ricorderà l’eccezionale ondata di freddo e neve che investì l’Italia nel Marzo 1987, una delle più intense e tardive nella storia meteorologica del nostro Paese. Questo evento è rimasto impresso nella memoria collettiva per la sua durata e per la severità delle condizioni climatiche.
Le incursioni di aria gelida nel mese di Marzo non sono frequenti in Italia, ma possono verificarsi, e quella del 1987 è stata memorabile. Il fattore scatenante fu un movimento insolito dell’anticiclone russo-siberiano, che in quel periodo si spostò ripetutamente verso il Mediterraneo centrale e l’Italia. Già nei primi giorni di Marzo, il freddo proveniente dalla Russia iniziò a muoversi verso ovest, raggiungendo il nostro Paese il 3 del mese.
Un vasto corridoio di alta pressione che si estendeva dalla Spagna settentrionale fino alla Russia fu il responsabile della canalizzazione di un flusso di aria fredda da nordest. Quest’aria, originaria delle gelide steppe russe, intraprese il suo cammino verso il sudovest, diretta verso l’Europa centrale. Le prime zone a risentirne furono i paesi baltici, la Bielorussia e l’Ucraina, e in seguito la Penisola Balcanica. Le temperature nell’Europa orientale scesero notevolmente al di sotto dello zero, e la neve fece la sua ricomparsa sulle pianure.
La neve fin sulle coste
Entro il 3-4 Marzo, il freddo siberiano invase il Mediterraneo centrale e l’Italia, mantenendo il suo flusso fino a metà mese. Nel Nord Italia, questa corrente portò un freddo pungente ma asciutto, mentre nel Centro e Sud del paese si manifestò l’instabilità di questo flusso con temperature a 1500 metri che toccarono i –12°C tra il 6 e l’8 marzo lungo l’Adriatico, inclusa la Puglia.
In queste regioni si verificarono giornate di gelo intenso, con temperature che non superarono lo zero anche durante il giorno. Tale fenomeno si protrasse per due settimane consecutive a Gioia del Colle, nelle Murge. A questo si aggiunsero nevicate significative, che raggiunsero persino le coste. Lecce registrò accumuli di 30cm, ma fu nelle zone interne che si ebbero quantità record di neve, con fino a 80cm a Castellana Grotte e più di mezzo metro a Turi.
Il gelo e la neve colpirono anche il lato tirrenico del Centro-Sud Italia. Firenze vide cadere fino a 20cm di neve il 16 Marzo, con effetti simili in tutta la Toscana. Nevicate si verificarono ripetutamente anche a Potenza, e singoli eventi di neve toccarono Napoli, Crotone e Palermo, segnando un Marzo memorabile per l’eccezionalità del freddo e delle precipitazioni nevose.
In conclusione, guardando al presente, è bene non dare nulla per scontato. Gli amanti della neve possono ancora sperare sia nel finale di Febbraio che nel mese di Marzo, che potrebbe rivelarsi un mese invernale a tutti gli effetti, nonostante l’avvicinarsi della Primavera.