Il Nord Italia ha vissuto una seconda parte dell’Inverno e una Primavera caratterizzate da un meteo particolarmente piovoso. Per quanto riguarda la Regione Alpina, le precipitazioni si sono trasformate in neve. Alla fine di Maggio e a volte a metà Giugno, si potevano ancora osservare spessori di neve eccezionali a 2500-3000 metri di altitudine.
Un fenomeno che non si verificava da decenni e che faceva ben sperare per una stagione positiva. Tuttavia, sappiamo che non è andata così: l’estate si è trasformata in una sorta di quinta stagione e ha rapidamente consumato tutto ciò che era caduto nei mesi precedenti.
Un quadro preoccupante, seppur non estremo
In meno di venti giorni, la neve è scomparsa anche sotto i 3000 metri, lasciando le uniche riserve di ghiaccio e neve a quote di alta montagna. Da un lato, era prevedibile, dato che il trend estivo è quello già noto. Dall’altro, si poteva sperare in una riduzione della cosiddetta stagione di ablazione, ovvero il periodo in cui i ghiacci si riducono.
Non c’è stato nulla da fare… speravamo in una stagione meno severa
E così, sono bastate tre settimane di caldo intenso per far scomparire tutta la neve fino a quote elevate. Il problema non è tanto questo, quanto il fatto che manca ancora tutto Agosto e anche Settembre può essere una stagione di perdita. Quindi, potrebbero mancare almeno sei settimane durante le quali il manto nevoso potrebbe ulteriormente diminuire, anche fino a 4000 metri.
Questa situazione è veramente preoccupante e purtroppo non possiamo fare altro che constatare che il cambiamento climatico ha devastato ogni tipo di meteo, soprattutto quello vinicolo, considerato un vero e proprio hotspot. Con questo termine si intende che la Zona Alpina risente dei cambiamenti climatici con maggiore intensità rispetto ad altre aree del globo.
Approfondisci
Meteo estremo: il Giappone ci precede nella protezione dal colpo di calore
Meteo: Ondata di Caldo estremo investe l’Italia, dal Nord al Sud. Ma ci saranno cambiamenti