Attualmente, nel Sahara, il termometro segna quasi 50°C, un dato che potrebbe essere ancora più elevato in zone dove non sono presenti stazioni meteorologiche. Nei giorni a venire, l’alta pressione africana spingerà aria torrida verso il Mediterraneo, diffondendosi da ovest a est e verso il nord.
Nonostante ciò, le correnti marine provenienti dal nord sfioreranno l’Europa centrale, compreso il Nord Italia, dove quest’anno l’onda di calore potrebbe non essere così intensa come nel 2023, almeno per il momento. Ci troviamo in un periodo critico di circa 50 giorni caratterizzato da un alto rischio di ondate di calore estreme, che si protrarrà fino alla prima decade di settembre, periodo anch’esso soggetto a ondate di calore intense.
Ma non temete, avremo comunque un po’ di refrigerio, con temperature comunque sopra la media. Come abbiamo già discusso in un precedente articolo, non ci sono rinvii.
Settembre non è esente da ondate di calore. Nel 1946, l’Italia fu colpita da un’ondata di calore straordinaria, con temperature che raggiunsero i 45°C. Tra il 5 e il 9 settembre, e nuovamente tra la seconda e la terza decade di agosto, si registrarono temperature eccezionali, influenzate inizialmente da un forte Scirocco seguito dall’Anticiclone Africano.
Stazioni meteorologiche diverse, tra cui quelle dell’Aeronautica Militare Italiana, hanno registrato temperature molto elevate:
A Foggia si sono toccati i 45,5°C, a Sassari in Sardegna, a Roma Ciampino si sono raggiunti i 40°C, all’Aeroporto di Brindisi Casale i 39,6°C, a Cagliari Elmas, Termoli e Santa Maria di Leuca i 39°C, a Cozzo Spadaro in Sicilia i 38°C, a Napoli Capodichino i 37,6°C, a Enna i 37,4°C e a Ustica i 36,8°C.
La stazione di Palermo Punta Raisi non ha dati per il 1946, ma ha registrato 40,6°C nel settembre 1988. Milano Brera ha un record di 34,5°C del settembre 1988 e Bracciano Vigna di Valle ha un record di 35,3°C del 1982. Anacapri Damecuta ha registrato 38,8°C nel 1975, con una supposizione di raggiungere i nel 1946.
Anche i Balcani furono colpiti, con 41,8°C a Belgrado e 37,7°C a Sarajevo.
Attualmente, ci troviamo alla fine della prima decade di luglio, periodo in cui si verificano solitamente notevoli ondate di calore. Se in passato queste tendevano a concludersi con Ferragosto, negli ultimi vent’anni il caldo può intensificarsi anche dopo Ferragosto. I mari e le terre emerse raggiungono i picchi massimi annuali di temperatura, facilitando il raggiungimento di temperature estreme anche a settembre, nonostante la diminuzione della radiazione solare.
Nei prossimi giorni, il caldo sarà intenso soprattutto sulle regioni del Centro Italia, del Sud Italia, e . Per quanto riguarda il , le correnti oceaniche potrebbero attenuare l’ondata di calore. Tuttavia, il ha già visto periodi caldissimi alternati a violente escalation temporalesche, fenomeni tipici del meteo estremo che stiamo vivendo a causa del cambiamento climatico.
Ci troviamo in un periodo di almeno 50 giorni di grande caldo, durante il quale il Nord Africa si riscalda, emanando sempre più calore verso nord. Questo calore raggiungerà anche le regioni settentrionali con temperature elevatissime, forse in una o due ondate di calore estenuanti e con tassi di umidità altissimi.
Le previsioni meteo a lungo termine indicano che quest’anno il clima sarà particolarmente caldo. Giugno 2024 è stato il mese di giugno più caldo della storia a livello globale, e questa tendenza continua da 13 mesi. La febbre del pianeta non accenna a diminuire, con conseguenze significative per il meteo in Italia.