Il sorprendente Oceano Australe: la sua capacità di assorbire anidride carbonica supera del 25% le stime precedenti
Una recente ricerca condotta dall’Università dell’East Anglia (UEA) e dal Plymouth Marine Laboratory (PML) ha portato alla luce un dato sorprendente: l’Oceano Antartico è in grado di assorbire una quantità di CO2 superiore del 25% rispetto a quanto precedentemente stimato. Questa scoperta, pubblicata sulla rivista Science Advances, evidenzia l’importanza di metodi di misurazione più precisi per valutare il ruolo degli oceani nel controllo del meteo terrestre.
Il team di ricerca ha impiegato una tecnica innovativa, denominata covarianza di eddy, installata sui pennoni delle navi, per misurare direttamente gli scambi di CO2 tra aria e mare durante sette spedizioni scientifiche nell’area antartica. Questo metodo ha permesso di constatare che, durante l’estate australe, l’Oceano Antartico assorbe una quantità di CO2 notevolmente superiore rispetto a quanto suggerito dai dati indiretti ottenuti attraverso misurazioni da nave e dai modelli biogeochimici globali.
Le differenze tra le stime precedenti e i nuovi dati possono essere spiegate da variazioni di temperatura nell’oceano superficiale e da una risoluzione limitata dei modelli precedenti, che non consideravano eventi intensi e localizzati di assorbimento di CO2. Questi risultati indicano che l’Oceano Antartico potrebbe essere un serbatoio di CO2 più efficace di quanto si pensasse, svolgendo un ruolo fondamentale nella mitigazione degli effetti delle variazioni meteorologiche.
Il dottor Yuanxu Dong, principale responsabile dello studio e membro del Centro per le Scienze Oceaniche e Atmosferiche dell’UEA, attualmente affiliato al GEOMAR Helmholtz Centre for Ocean Research Kiel grazie a una borsa di studio della Fondazione Humboldt, ha sottolineato l’importanza di questi risultati per una quantificazione accurata dell’assorbimento di CO2 dell’Oceano Antartico. Ha inoltre suggerito che le future stime includano aggiustamenti per la temperatura e una modellazione e ricostruzione ad alta risoluzione.
Il gruppo di ricerca, che comprendeva scienziati degli istituti Alfred Wegener e Max Planck in Germania, l’Istituto Marino delle Fiandre in Belgio e l’Università delle Hawaii negli Stati Uniti, ha analizzato le discrepanze nelle stime esistenti degli scambi di CO2, utilizzando osservazioni di covarianza di eddy per valutare i diversi set di dati.
Questi risultati non solo arricchiscono la nostra comprensione dell’assorbimento di CO2 nell’Oceano Antartico, ma sottolineano anche la necessità di continuare a sviluppare tecniche di misurazione per monitorare con precisione le variazioni meteorologiche in corso e prevedere le future fluttuazioni.