Le eruzioni vulcaniche possono essere accompagnate da un fenomeno affascinante noto come fulmini vulcanici.
Questi fulmini si generano quando un vulcano erutta, liberando enormi quantità di cenere, gas e frammenti di roccia, che possono scatenare potenti tempeste elettriche.
Origine dei fulmini vulcanici
1) Attrito tra particelle:
Durante un’esplosione vulcanica, le particelle di cenere e altri detriti vulcanici si urtano e si strofinano tra loro mentre vengono espulsi ad alta velocità. Questo movimento produce cariche elettriche all’interno della nube vulcanica.
2) Polarizzazione delle cariche:
Le particelle all’interno della nube acquisiscono cariche positive o negative. Quando la separazione tra queste cariche raggiunge un certo livello, si verifica una scarica elettrica, ovvero un fulmine.
3) Gas e vapore:
Anche i gas rilasciati dal vulcano, come il vapore acqueo, contribuiscono alla creazione dei fulmini, in quanto possono ionizzare l’aria e facilitare la conduzione elettrica.
Proprietà dei fulmini vulcanici
– Fulmini intra-nube:
La maggior parte dei fulmini vulcanici avviene all’interno della stessa nube di cenere, senza necessariamente colpire il suolo.
– Intensità variabile:
La forza e la frequenza dei fulmini possono variare notevolmente in base all’intensità dell’esplosione e alla composizione della nube vulcanica.
– Fenomeno spettacolare:
Dal punto di vista visivo, i fulmini vulcanici creano scenari impressionanti, con bagliori che illuminano la nube oscura di cenere, creando un contrasto visivo mozzafiato.
Esempi noti
1) Eruzione del Vesuvio nel 79 d.C.:
Esistono resoconti storici che indicano la presenza di fulmini vulcanici durante questa celebre eruzione.
2) Eruzione del vulcano Eyjafjallajökull nel 2010: Durante questa eruzione in Islanda, si sono verificati numerosi fulmini vulcanici, documentati da fotografie e video.
Significato scientifico
Lo studio dei fulmini vulcanici permette ai vulcanologi di comprendere meglio la dinamica delle eruzioni e le caratteristiche delle nubi di cenere. Inoltre, la presenza di fulmini può fungere da indicatore dell’intensità dell’esplosione e della quantità di cenere rilasciata.