Il meteo sta cambiando e una delle sue manifestazioni più evidenti sono gli incendi boschivi che stanno devastando il pianeta. L’incremento delle temperature registrato negli ultimi tredici mesi ha alimentato incendi di proporzioni mai viste prima.
In California, ad esempio, l’incendio Park ha raggiunto dimensioni dodici volte superiori a quelle di San Francisco, diventando il quinto più grande nella storia dello stato. Anche se l’origine dell’incendio è dolosa, il meteo caldo e secco ha trasformato la foresta in un deposito di materiale infiammabile, pronto a bruciare per settimane o mesi, con il rischio di diventare il più grande incendio mai registrato.
Il servizio di monitoraggio dell’atmosfera Copernicus ha segnalato incendi superiori alla media in alcune regioni del Canada, che hanno costretto circa 25.000 persone a lasciare le loro case quando il Parco Nazionale Jasper in Alberta è stato colpito dai più grandi incendi del secolo. In Amazzonia, il numero di incendi nei primi sei mesi dell’anno è il più alto degli ultimi vent’anni. In Russia, l’area bruciata è aumentata del 50% rispetto all’anno scorso, con incendi di vasta portata che hanno prodotto fumo visibile oltre il Circolo Polare Artico.
La combinazione di azioni umane e un’atmosfera sempre più calda rende difficile stabilire modelli precisi sugli incendi a livello globale. Tuttavia, è evidente che le temperature più alte stanno alterando gli equilibri naturali del pianeta, alimentando gli incendi di quest’anno. Questi incendi sono più intensi, più estesi e si verificano prima del previsto.
La frequenza e l’intensità degli incendi estremi sono più che raddoppiate negli ultimi due decenni. Gli incendi più devastanti si sono verificati principalmente nelle foreste di conifere degli Stati Uniti e del Canada, dove gli eventi estremi sono passati da 6 nel 2003 a 67 nel 2023, e nelle foreste boreali che si estendono in Nord America e Asia, con un incremento di 7,3 volte.
Le temperature più alte rendono l’atmosfera ”assetata”, estraendo più umidità dal suolo e dalla vegetazione, rendendo le foreste più infiammabili e alimentando incendi più grandi. La stagione degli incendi arriva anche prima del previsto in alcune aree, come nel nord del Canada, che ha registrato un numero record di incendi all’inizio dell’anno.
Gli incendi si verificano anche in luoghi normalmente troppo umidi per sostenerli, come la Louisiana e il Pantanal, la più grande zona umida tropicale del mondo tra Brasile e Bolivia.
L’attività umana può influenzare gli incendi. In Amazzonia, la presenza di strade e alcune pratiche di disboscamento rendono le foreste più vulnerabili. Anche il nostro sistema alimentare può aumentare la probabilità di incendi, con attività agricole che alterano i flussi d’acqua e rendono gli ecosistemi più suscettibili.
Ma identificare tendenze più ampie sugli incendi è complicato. È una combinazione di cause naturali e umane.
Gli esseri umani possono comunque fare la differenza. Politiche locali possono aiutare. In Indonesia, sforzi per combattere la deforestazione hanno reso le foreste meno vulnerabili. Le politiche di soppressione degli incendi sono un problema; gli incendi controllati, tradizionalmente usati dagli indigeni, possono ridurre il pericolo degli incendi selvaggi. Cambiamenti infrastrutturali, come rimuovere alberi infiammabili e stabilire percorsi di evacuazione, sono parte della soluzione.
Michael Falkowski della NASA sostiene che dobbiamo imparare a convivere con il fuoco piuttosto che combatterlo.