Il mare Adriatico, situato nel cuore del Mediterraneo, sta subendo profonde trasformazioni a causa del cambiamento meteo. La sua specifica conformazione, con fondali poco profondi, lo rende particolarmente sensibile agli aumenti di temperatura, che di recente hanno raggiunto i +30°C. Questo riscaldamento sta progressivamente trasformando l’Adriatico in un ambiente simile a quello dei mari tropicali.
Sebbene tale fenomeno possa apparire vantaggioso per il settore turistico, le conseguenze per l’ecosistema marino locale sono tutt’altro che positive. Infatti, la flora e la fauna autoctone non sono in grado di sopravvivere in condizioni tropicali, causando un notevole stress e danni significativi. La situazione è ulteriormente aggravata dalla presenza eccessiva di nutrienti provenienti dai fertilizzanti e dai liquami zootecnici della Pianura Padana, che favoriscono la proliferazione di microalghe produttrici di mucillagine.
La mucillagine, una sostanza viscosa formata da microalghe, si sta accumulando sia sui fondali che in superficie, causando problemi non solo estetici ma anche pratici. Gli abitanti locali, come quelli di Fano, hanno osservato un cambiamento radicale nel comportamento del mare e nella biodiversità ittica. Alcune specie di pesci sono drasticamente diminuite o scomparse, mentre specie esotiche come il granchio blu trovano ora un habitat ideale per prosperare.
Un altro serio problema è l’invasione di alghe e mucillagine, che oltre a deturpare le spiagge, rappresenta una minaccia per l’industria della pesca. Questa sostanza viscosa intasa i motori delle imbarcazioni e ostruisce le reti, rendendo particolarmente vulnerabili molluschi come mitili e vongole, già sotto pressione a causa della predazione da parte di specie invasive.
La situazione attuale è talmente grave che Luca Mercalli, Presidente della Società Meteorologica Italiana, ha descritto quest’anno come il peggiore mai registrato per le temperature marine, con il consorzio Copernicus che ha definito le condizioni attuali come “estreme”. Le prospettive future non sono ottimistiche, con previsioni che indicano un ulteriore riscaldamento delle acque.
In questo contesto, le comunità costiere, specialmente quelle più piccole e meno equipaggiate come quelle di Pesaro e Cattolica, stanno affrontando sfide significative. L’alto costo della vita e la complessa burocrazia aggiungono ulteriori ostacoli, minacciando la sostenibilità delle attività locali.
l’Adriatico è destinato a diventare sempre più simile a un mare tropicale, un cambiamento che, se non gestito adeguatamente, potrebbe avere conseguenze irreversibili per l’ecosistema e le comunità che ne dipendono.