Il meteo estremo del 2024 e la fusione dei ghiacciai nell’arcipelago di Svalbard
Nel corso dell’estate 2024, l’arcipelago di Svalbard, posizionato tra la Norvegia e il Polo Nord, ha subito una fusione dei ghiacciai senza precedenti, dovuta a un meteo estremamente caldo. Questa situazione ha destato notevole allarme tra gli esperti di meteo e gli ambientalisti, dal momento che Svalbard è riconosciuto come uno dei luoghi del pianeta dove il riscaldamento è più veloce. Infatti, più della metà della sua superficie è ricoperta da ghiaccio, costituendo circa il 6% dell’area glaciale mondiale, escludendo Groenlandia e Antartide.
Le temperature record e l’accelerazione della fusione dei ghiacciai
Nei mesi di luglio e agosto 2024, le temperature nell’arcipelago hanno superato di circa 4 gradi Celsius la media, causando un meteo che ha avuto un effetto devastante sui ghiacciai di Svalbard, accelerandone la fusione. Questo evento meteo estremo ha provocato una rapida perdita di neve e ghiaccio, con effetti visibili anche nelle immagini satellitari. Queste ultime mostrano come il ghiaccio stagionale e uno strato di neve più antico e compresso, chiamato “firn”, abbiano lasciato scoperte ampie aree di ghiaccio glaciale.
La fusione record dei ghiacciai e l’insolito meteo di agosto
Il 23 luglio 2024, i ghiacciai di Svalbard hanno stabilito un record di fusione giornaliera, perdendo circa 55 millimetri di acqua equivalente, una quantità cinque volte superiore alla norma. Questa fusione eccezionale è continuata nel mese di agosto, in coincidenza con una persistente ondata di calore che ha interessato parti dell’Artico scandinavo. A Longyearbyen, la capitale di Svalbard situata sull’isola principale di Spitsbergen, il meteo ha raggiunto i 20,2°C l’11 agosto, stabilendo il record di temperatura più alta mai registrata per quel mese e superando di circa 2,2°C il precedente record mensile.
Le preoccupazioni legate al meteo estremo e al cambiamento climatico
Questi eventi meteo non solo mettono in evidenza l’aumento delle temperature estive, che hanno reso l’estate del 2023 la più calda mai registrata per Svalbard, ma sollevano anche serie preoccupazioni riguardo l’impatto del cambiamento climatico in queste aree delicate. La diminuzione della copertura di ghiaccio marino e l’aumento delle temperature superficiali del mare sono alcuni dei fattori che contribuiscono a questo riscaldamento accelerato, mettendo a rischio gli ecosistemi unici dell’arcipelago e sottolineando la necessità urgente di interventi per mitigare gli effetti del cambiamento climatico globale.