Il meteo e le sue anomalie: l’anticiclone scandinavo
Un potente anticiclone si sta formando sull’intera area della Scandinavia e della Russia artica. Se fossimo in una fase più avanzata dell’anno, e non a metà settembre, le conseguenze sarebbero state ben diverse. Infatti, ciò che si sta delineando è una struttura tipicamente invernale, in grado di generare ondate di gelo nel Mediterraneo, coinvolgendo anche l’Italia. Tuttavia, nei prossimi 10 giorni, in Europa e in Italia, sperimentiamo un effetto diverso.
Le configurazioni atmosferiche invernali
Questo fenomeno meteo dimostra che le configurazioni atmosferiche invernali, in grado di spingere il gelo dalla Siberia fino all’Italia, possono ancora verificarsi. Un anticiclone anomalo come quello che si prospetta ha la capacità di favorire la formazione di aree di bassa pressione nel Mar Mediterraneo e di richiamare aria fredda dall’Artico russo. Questo mix di condizioni è ideale per quelle grandi ondate di freddo e neve che si verificavano nel Mediterraneo fino a qualche anno fa, coinvolgendo anche l’Italia. Tuttavia, poiché questa configurazione si manifesterà nella seconda decade di settembre, produrrà solo un periodo più fresco rispetto alla media, dato che tutto intorno ci sono temperature molto superiori alla norma. In particolare, per l’Italia e le regioni balcaniche, ci sarà il vantaggio di abbattere le temperature, che si sono mantenute altissime da giugno fino ad oggi e che, soprattutto nei Balcani, hanno raggiunto numerose volte valori record storici, sia per quanto riguarda le massime che le minime.
L’alta pressione scandinava e l’inverno
L’alta pressione scandinava che si è formata in questo periodo e che si intensificherà nei prossimi giorni non può essere considerata un segnale positivo per l’inverno. Possiamo solo dire che è una configurazione della circolazione atmosferica tipicamente invernale, e se fosse avvenuta in quella stagione avrebbe molto probabilmente generato un’ondata di gelo e nevicate anche in Italia. Di certo, osservare questo fenomeno atmosferico nella seconda decade di settembre è molto anomalo, insolito, e per certi versi potrebbe non essere una buona notizia per la stagione invernale.
Le anomalie fuori stagione
Nessuna fonte scientifica è in grado di sostenere una tesi definitiva su queste anomalie che si verificano fuori stagione e sulle conseguenze che potrebbero avere durante l’inverno. Sappiamo solo che a settembre non dovrebbero accadere. Fenomeni di questo tipo si possono verificare dalla seconda metà di ottobre, e gli archivi meteorologici riportano ondate di freddo precoci di stampo invernale proprio dopo la metà di ottobre, quando tutta la regione artica inizia a raffreddarsi seriamente, anche perché in quelle aree inizia a prevalere l’oscurità per molti mesi.
Il Polo Nord e l’equinozio d’autunno
Proprio al Polo Nord, avremo sei mesi di notte a partire dall’equinozio d’autunno. Gradualmente, da quel giorno le notti diventeranno sempre più lunghe nel nostro emisfero, e quindi le giornate, intendendo le ore di sole, saranno più brevi. Con la riduzione della radiazione solare, assisteremo a un progressivo raffreddamento di tutto l’emisfero settentrionale, poiché ci stiamo avvicinando all’inverno, che arriverà con il solstizio dopo il 20 dicembre. Nel 2024, il solstizio d’inverno arriverà in Italia il 21 dicembre. In quel giorno, nel Circolo Polare Artico, ci saranno 24 ore di buio.
Le anomalie climatiche
Per tornare all’evoluzione meteorologica, siamo ancora a settembre e di certo non avremo nevicate in pianura. Il fenomeno atmosferico che si sta concretizzando è parte di una serie di anomalie climatiche che stiamo vivendo da anni, e che stanno assumendo sempre maggiore rilevanza.
Il meteo e le sue anomalie: l’anticiclone scandinavo
Un potente anticiclone si sta formando sull’intera area della Scandinavia e della Russia artica. Se fossimo in una fase più avanzata dell’anno, e non a metà settembre, le conseguenze sarebbero state ben diverse. Infatti, ciò che si sta delineando è una struttura tipicamente invernale, in grado di generare ondate di gelo nel Mediterraneo, coinvolgendo anche l’Italia. Tuttavia, nei prossimi 10 giorni, in Europa e in Italia, sperimentiamo un effetto diverso.
Le configurazioni atmosferiche invernali
Questo fenomeno meteo dimostra che le configurazioni atmosferiche invernali, in grado di spingere il gelo dalla Siberia fino all’Italia, possono ancora verificarsi. Un anticiclone anomalo come quello che si prospetta ha la capacità di favorire la formazione di aree di bassa pressione nel Mar Mediterraneo e di richiamare aria fredda dall’Artico russo. Questo mix di condizioni è ideale per quelle grandi ondate di freddo e neve che si verificavano nel Mediterraneo fino a qualche anno fa, coinvolgendo anche l’Italia. Tuttavia, poiché questa configurazione si manifesterà nella seconda decade di settembre, produrrà solo un periodo più fresco rispetto alla media, dato che tutto intorno ci sono temperature molto superiori alla norma. In particolare, per l’Italia e le regioni balcaniche, ci sarà il vantaggio di abbattere le temperature, che si sono mantenute altissime da giugno fino ad oggi e che, soprattutto nei Balcani, hanno raggiunto numerose volte valori record storici, sia per quanto riguarda le massime che le minime.
L’alta pressione scandinava e l’inverno
L’alta pressione scandinava che si è formata in questo periodo e che si intensificherà nei prossimi giorni non può essere considerata un segnale positivo per l’inverno. Possiamo solo dire che è una configurazione della circolazione atmosferica tipicamente invernale, e se fosse avvenuta in quella stagione avrebbe molto probabilmente generato un’ondata di gelo e nevicate anche in Italia. Di certo, osservare questo fenomeno atmosferico nella seconda decade di settembre è molto anomalo, insolito, e per certi versi potrebbe non essere una buona notizia per la stagione invernale.
Le anomalie fuori stagione
Nessuna fonte scientifica è in grado di sostenere una tesi definitiva su queste anomalie che si verificano fuori stagione e sulle conseguenze che potrebbero avere durante l’inverno. Sappiamo solo che a settembre non dovrebbero accadere. Fenomeni di questo tipo si possono verificare dalla seconda metà di ottobre, e gli archivi meteorologici riportano ondate di freddo precoci di stampo invernale proprio dopo la metà di ottobre, quando tutta la regione artica inizia a raffreddarsi seriamente, anche perché in quelle aree inizia a prevalere l’oscurità per molti mesi.
Il Polo Nord e l’equinozio d’autunno
Proprio al Polo Nord, avremo sei mesi di notte a partire dall’equinozio d’autunno. Gradualmente, da quel giorno le notti diventeranno sempre più lunghe nel nostro emisfero, e quindi le giornate, intendendo le ore di sole, saranno più brevi. Con la riduzione della radiazione solare, assisteremo a un progressivo raffreddamento di tutto l’emisfero settentrionale, poiché ci stiamo avvicinando all’inverno, che arriverà con il solstizio dopo il 20 dicembre. Nel 2024, il solstizio d’inverno arriverà in Italia il 21 dicembre. In quel giorno, nel Circolo Polare Artico, ci saranno 24 ore di buio.
Le anomalie climatiche
Per tornare all’evoluzione meteorologica, siamo ancora a settembre e di certo non avremo nevicate in pianura. Il fenomeno atmosferico che si sta concretizzando è parte di una serie di anomalie climatiche che stiamo vivendo da anni, e che stanno assumendo sempre maggiore rilevanza.
Il meteo e le sue anomalie: l’anticiclone scandinavo
Un potente anticiclone si sta formando sull’intera area della Scandinavia e della Russia artica. Se fossimo in una fase più avanzata dell’anno, e non a metà settembre, le conseguenze sarebbero state ben diverse. Infatti, ciò che si sta delineando è una struttura tipicamente invernale, in grado di generare ondate di gelo nel Mediterraneo, coinvolgendo anche l’Italia. Tuttavia, nei prossimi 10 giorni, in Europa e in Italia, sperimentiamo un effetto diverso.
Le configurazioni atmosferiche invernali
Questo fenomeno meteo dimostra che le configurazioni atmosferiche invernali, in grado di spingere il gelo dalla Siberia fino all’Italia, possono ancora verificarsi. Un anticiclone anomalo come quello che si prospetta ha la capacità di favorire la formazione di aree di bassa pressione nel Mar Mediterraneo e di richiamare aria fredda dall’Artico russo. Questo mix di condizioni è ideale per quelle grandi ondate di freddo e neve che si verificavano nel Mediterraneo fino a qualche anno fa, coinvolgendo anche l’Italia. Tuttavia, poiché questa configurazione si manifesterà nella seconda decade di settembre, produrrà solo un periodo più fresco rispetto alla media, dato che tutto intorno ci sono temperature molto superiori alla norma. In particolare, per l’Italia e le regioni balcaniche, ci sarà il vantaggio di abbattere le temperature, che si sono mantenute altissime da giugno fino ad oggi e che, soprattutto nei Balcani, hanno raggiunto numerose volte valori record storici, sia per quanto riguarda le massime che le minime.
L’alta pressione scandinava e l’inverno
L’alta pressione scandinava che si è formata in questo periodo e che si intensificherà nei prossimi giorni non può essere considerata un segnale positivo per l’inverno. Possiamo solo dire che è una configurazione della circolazione atmosferica tipicamente invernale, e se fosse avvenuta in quella stagione avrebbe molto probabilmente generato un’ondata di gelo e nevicate anche in Italia. Di certo, osservare questo fenomeno atmosferico nella seconda decade di settembre è molto anomalo, insolito, e per certi versi potrebbe non essere una buona notizia per la stagione invernale.
Le anomalie fuori stagione
Nessuna fonte scientifica è in grado di sostenere una tesi definitiva su queste anomalie che si verificano fuori stagione e sulle conseguenze che potrebbero avere durante l’inverno. Sappiamo solo che a settembre non dovrebbero accadere. Fenomeni di questo tipo si possono verificare dalla seconda metà di ottobre, e gli archivi meteorologici riportano ondate di freddo precoci di stampo invernale proprio dopo la metà di ottobre, quando tutta la regione artica inizia a raffreddarsi seriamente, anche perché in quelle aree inizia a prevalere l’oscurità per molti mesi.
Il Polo Nord e l’equinozio d’autunno
Proprio al Polo Nord, avremo sei mesi di notte a partire dall’equinozio d’autunno. Gradualmente, da quel giorno le notti diventeranno sempre più lunghe nel nostro emisfero, e quindi le giornate, intendendo le ore di sole, saranno più brevi. Con la riduzione della radiazione solare, assisteremo a un progressivo raffreddamento di tutto l’emisfero settentrionale, poiché ci stiamo avvicinando all’inverno, che arriverà con il solstizio dopo il 20 dicembre. Nel 2024, il solstizio d’inverno arriverà in Italia il 21 dicembre. In quel giorno, nel Circolo Polare Artico, ci saranno 24 ore di buio.
Le anomalie climatiche
Per tornare all’evoluzione meteorologica, siamo ancora a settembre e di certo non avremo nevicate in pianura. Il fenomeno atmosferico che si sta concretizzando è parte di una serie di anomalie climatiche che stiamo vivendo da anni, e che stanno assumendo sempre maggiore rilevanza.
Il meteo e le sue anomalie: l’anticiclone scandinavo
Un potente anticiclone si sta formando sull’intera area della Scandinavia e della Russia artica. Se fossimo in una fase più avanzata dell’anno, e non a metà settembre, le conseguenze sarebbero state ben diverse. Infatti, ciò che si sta delineando è una struttura tipicamente invernale, in grado di generare ondate di gelo nel Mediterraneo, coinvolgendo anche l’Italia. Tuttavia, nei prossimi 10 giorni, in Europa e in Italia, sperimentiamo un effetto diverso.
Le configurazioni atmosferiche invernali
Questo fenomeno meteo dimostra che le configurazioni atmosferiche invernali, in grado di spingere il gelo dalla Siberia fino all’Italia, possono ancora verificarsi. Un anticiclone anomalo come quello che si prospetta ha la capacità di favorire la formazione di aree di bassa pressione nel Mar Mediterraneo e di richiamare aria fredda dall’Artico russo. Questo mix di condizioni è ideale per quelle grandi ondate di freddo e neve che si verificavano nel Mediterraneo fino a qualche anno fa, coinvolgendo anche l’Italia. Tuttavia, poiché questa configurazione si manifesterà nella seconda decade di settembre, produrrà solo un periodo più fresco rispetto alla media, dato che tutto intorno ci sono temperature molto superiori alla norma. In particolare, per l’Italia e le regioni balcaniche, ci sarà il vantaggio di abbattere le temperature, che si sono mantenute altissime da giugno fino ad oggi e che, soprattutto nei Balcani, hanno raggiunto numerose volte valori record storici, sia per quanto riguarda le massime che le minime.
L’alta pressione scandinava e l’inverno
L’alta pressione scandinava che si è formata in questo periodo e che si intensificherà nei prossimi giorni non può essere considerata un segnale positivo per l’inverno. Possiamo solo dire che è una configurazione della circolazione atmosferica tipicamente invernale, e se fosse avvenuta in quella stagione avrebbe molto probabilmente generato un’ondata di gelo e nevicate anche in Italia. Di certo, osservare questo fenomeno atmosferico nella seconda decade di settembre è molto anomalo, insolito, e per certi versi potrebbe non essere una buona notizia per la stagione invernale.
Le anomalie fuori stagione
Nessuna fonte scientifica è in grado di sostenere una tesi definitiva su queste anomalie che si verificano fuori stagione e sulle conseguenze che potrebbero avere durante l’inverno. Sappiamo solo che a settembre non dovrebbero accadere. Fenomeni di questo tipo si possono verificare dalla seconda metà di ottobre, e gli archivi meteorologici riportano ondate di freddo precoci di stampo invernale proprio dopo la metà di ottobre, quando tutta la regione artica inizia a raffreddarsi seriamente, anche perché in quelle aree inizia a prevalere l’oscurità per molti mesi.
Il Polo Nord e l’equinozio d’autunno
Proprio al Polo Nord, avremo sei mesi di notte a partire dall’equinozio d’autunno. Gradualmente, da quel giorno le notti diventeranno sempre più lunghe nel nostro emisfero, e quindi le giornate, intendendo le ore di sole, saranno più brevi. Con la riduzione della radiazione solare, assisteremo a un progressivo raffreddamento di tutto l’emisfero settentrionale, poiché ci stiamo avvicinando all’inverno, che arriverà con il solstizio dopo il 20 dicembre. Nel 2024, il solstizio d’inverno arriverà in Italia il 21 dicembre. In quel giorno, nel Circolo Polare Artico, ci saranno 24 ore di buio.
Le anomalie climatiche
Per tornare all’evoluzione meteorologica, siamo ancora a settembre e di certo non avremo nevicate in pianura. Il fenomeno atmosferico che si sta concretizzando è parte di una serie di anomalie climatiche che stiamo vivendo da anni, e che stanno assumendo sempre maggiore rilevanza.
Il meteo e le sue anomalie: l’anticiclone scandinavo
Un potente anticiclone si sta formando sull’intera area della Scandinavia e della Russia artica. Se fossimo in una fase più avanzata dell’anno, e non a metà settembre, le conseguenze sarebbero state ben diverse. Infatti, ciò che si sta delineando è una struttura tipicamente invernale, in grado di generare ondate di gelo nel Mediterraneo, coinvolgendo anche l’Italia. Tuttavia, nei prossimi 10 giorni, in Europa e in Italia, sperimentiamo un effetto diverso.
Le configurazioni atmosferiche invernali
Questo fenomeno meteo dimostra che le configurazioni atmosferiche invernali, in grado di spingere il gelo dalla Siberia fino all’Italia, possono ancora verificarsi. Un anticiclone anomalo come quello che si prospetta ha la capacità di favorire la formazione di aree di bassa pressione nel Mar Mediterraneo e di richiamare aria fredda dall’Artico russo. Questo mix di condizioni è ideale per quelle grandi ondate di freddo e neve che si verificavano nel Mediterraneo fino a qualche anno fa, coinvolgendo anche l’Italia. Tuttavia, poiché questa configurazione si manifesterà nella seconda decade di settembre, produrrà solo un periodo più fresco rispetto alla media, dato che tutto intorno ci sono temperature molto superiori alla norma. In particolare, per l’Italia e le regioni balcaniche, ci sarà il vantaggio di abbattere le temperature, che si sono mantenute altissime da giugno fino ad oggi e che, soprattutto nei Balcani, hanno raggiunto numerose volte valori record storici, sia per quanto riguarda le massime che le minime.
L’alta pressione scandinava e l’inverno
L’alta pressione scandinava che si è formata in questo periodo e che si intensificherà nei prossimi giorni non può essere considerata un segnale positivo per l’inverno. Possiamo solo dire che è una configurazione della circolazione atmosferica tipicamente invernale, e se fosse avvenuta in quella stagione avrebbe molto probabilmente generato un’ondata di gelo e nevicate anche in Italia. Di certo, osservare questo fenomeno atmosferico nella seconda decade di settembre è molto anomalo, insolito, e per certi versi potrebbe non essere una buona notizia per la stagione invernale.
Le anomalie fuori stagione
Nessuna fonte scientifica è in grado di sostenere una tesi definitiva su queste anomalie che si verificano fuori stagione e sulle conseguenze che potrebbero avere durante l’inverno. Sappiamo solo che a settembre non dovrebbero accadere. Fenomeni di questo tipo si possono verificare dalla seconda metà di ottobre, e gli archivi meteorologici riportano ondate di freddo precoci di stampo invernale proprio dopo la metà di ottobre, quando tutta la regione artica inizia a raffreddarsi seriamente, anche perché in quelle aree inizia a prevalere l’oscurità per molti mesi.
Il Polo Nord e l’equinozio d’autunno
Proprio al Polo Nord, avremo sei mesi di notte a partire dall’equinozio d’autunno. Gradualmente, da quel giorno le notti diventeranno sempre più lunghe nel nostro emisfero, e quindi le giornate, intendendo le ore di sole, saranno più brevi. Con la riduzione della radiazione solare, assisteremo a un progressivo raffreddamento di tutto l’emisfero settentrionale, poiché ci stiamo avvicinando all’inverno, che arriverà con il solstizio dopo il 20 dicembre. Nel 2024, il solstizio d’inverno arriverà in Italia il 21 dicembre. In quel giorno, nel Circolo Polare Artico, ci saranno 24 ore di buio.
Le anomalie climatiche
Per tornare all’evoluzione meteorologica, siamo ancora a settembre e di certo non avremo nevicate in pianura. Il fenomeno atmosferico che si sta concretizzando è parte di una serie di anomalie climatiche che stiamo vivendo da anni, e che stanno assumendo sempre maggiore rilevanza.
Il meteo e le sue anomalie: l’anticiclone scandinavo
Un potente anticiclone si sta formando sull’intera area della Scandinavia e della Russia artica. Se fossimo in una fase più avanzata dell’anno, e non a metà settembre, le conseguenze sarebbero state ben diverse. Infatti, ciò che si sta delineando è una struttura tipicamente invernale, in grado di generare ondate di gelo nel Mediterraneo, coinvolgendo anche l’Italia. Tuttavia, nei prossimi 10 giorni, in Europa e in Italia, sperimentiamo un effetto diverso.
Le configurazioni atmosferiche invernali
Questo fenomeno meteo dimostra che le configurazioni atmosferiche invernali, in grado di spingere il gelo dalla Siberia fino all’Italia, possono ancora verificarsi. Un anticiclone anomalo come quello che si prospetta ha la capacità di favorire la formazione di aree di bassa pressione nel Mar Mediterraneo e di richiamare aria fredda dall’Artico russo. Questo mix di condizioni è ideale per quelle grandi ondate di freddo e neve che si verificavano nel Mediterraneo fino a qualche anno fa, coinvolgendo anche l’Italia. Tuttavia, poiché questa configurazione si manifesterà nella seconda decade di settembre, produrrà solo un periodo più fresco rispetto alla media, dato che tutto intorno ci sono temperature molto superiori alla norma. In particolare, per l’Italia e le regioni balcaniche, ci sarà il vantaggio di abbattere le temperature, che si sono mantenute altissime da giugno fino ad oggi e che, soprattutto nei Balcani, hanno raggiunto numerose volte valori record storici, sia per quanto riguarda le massime che le minime.
L’alta pressione scandinava e l’inverno
L’alta pressione scandinava che si è formata in questo periodo e che si intensificherà nei prossimi giorni non può essere considerata un segnale positivo per l’inverno. Possiamo solo dire che è una configurazione della circolazione atmosferica tipicamente invernale, e se fosse avvenuta in quella stagione avrebbe molto probabilmente generato un’ondata di gelo e nevicate anche in Italia. Di certo, osservare questo fenomeno atmosferico nella seconda decade di settembre è molto anomalo, insolito, e per certi versi potrebbe non essere una buona notizia per la stagione invernale.
Le anomalie fuori stagione
Nessuna fonte scientifica è in grado di sostenere una tesi definitiva su queste anomalie che si verificano fuori stagione e sulle conseguenze che potrebbero avere durante l’inverno. Sappiamo solo che a settembre non dovrebbero accadere. Fenomeni di questo tipo si possono verificare dalla seconda metà di ottobre, e gli archivi meteorologici riportano ondate di freddo precoci di stampo invernale proprio dopo la metà di ottobre, quando tutta la regione artica inizia a raffreddarsi seriamente, anche perché in quelle aree inizia a prevalere l’oscurità per molti mesi.
Il Polo Nord e l’equinozio d’autunno
Proprio al Polo Nord, avremo sei mesi di notte a partire dall’equinozio d’autunno. Gradualmente, da quel giorno le notti diventeranno sempre più lunghe nel nostro emisfero, e quindi le giornate, intendendo le ore di sole, saranno più brevi. Con la riduzione della radiazione solare, assisteremo a un progressivo raffreddamento di tutto l’emisfero settentrionale, poiché ci stiamo avvicinando all’inverno, che arriverà con il solstizio dopo il 20 dicembre. Nel 2024, il solstizio d’inverno arriverà in Italia il 21 dicembre. In quel giorno, nel Circolo Polare Artico, ci saranno 24 ore di buio.
Le anomalie climatiche
Per tornare all’evoluzione meteorologica, siamo ancora a settembre e di certo non avremo nevicate in pianura. Il fenomeno atmosferico che si sta concretizzando è parte di una serie di anomalie climatiche che stiamo vivendo da anni, e che stanno assumendo sempre maggiore rilevanza.
Il meteo e le sue anomalie: l’anticiclone scandinavo
Un potente anticiclone si sta formando sull’intera area della Scandinavia e della Russia artica. Se fossimo in una fase più avanzata dell’anno, e non a metà settembre, le conseguenze sarebbero state ben diverse. Infatti, ciò che si sta delineando è una struttura tipicamente invernale, in grado di generare ondate di gelo nel Mediterraneo, coinvolgendo anche l’Italia. Tuttavia, nei prossimi 10 giorni, in Europa e in Italia, sperimentiamo un effetto diverso.
Le configurazioni atmosferiche invernali
Questo fenomeno meteo dimostra che le configurazioni atmosferiche invernali, in grado di spingere il gelo dalla Siberia fino all’Italia, possono ancora verificarsi. Un anticiclone anomalo come quello che si prospetta ha la capacità di favorire la formazione di aree di bassa pressione nel Mar Mediterraneo e di richiamare aria fredda dall’Artico russo. Questo mix di condizioni è ideale per quelle grandi ondate di freddo e neve che si verificavano nel Mediterraneo fino a qualche anno fa, coinvolgendo anche l’Italia. Tuttavia, poiché questa configurazione si manifesterà nella seconda decade di settembre, produrrà solo un periodo più fresco rispetto alla media, dato che tutto intorno ci sono temperature molto superiori alla norma. In particolare, per l’Italia e le regioni balcaniche, ci sarà il vantaggio di abbattere le temperature, che si sono mantenute altissime da giugno fino ad oggi e che, soprattutto nei Balcani, hanno raggiunto numerose volte valori record storici, sia per quanto riguarda le massime che le minime.
L’alta pressione scandinava e l’inverno
L’alta pressione scandinava che si è formata in questo periodo e che si intensificherà nei prossimi giorni non può essere considerata un segnale positivo per l’inverno. Possiamo solo dire che è una configurazione della circolazione atmosferica tipicamente invernale, e se fosse avvenuta in quella stagione avrebbe molto probabilmente generato un’ondata di gelo e nevicate anche in Italia. Di certo, osservare questo fenomeno atmosferico nella seconda decade di settembre è molto anomalo, insolito, e per certi versi potrebbe non essere una buona notizia per la stagione invernale.
Le anomalie fuori stagione
Nessuna fonte scientifica è in grado di sostenere una tesi definitiva su queste anomalie che si verificano fuori stagione e sulle conseguenze che potrebbero avere durante l’inverno. Sappiamo solo che a settembre non dovrebbero accadere. Fenomeni di questo tipo si possono verificare dalla seconda metà di ottobre, e gli archivi meteorologici riportano ondate di freddo precoci di stampo invernale proprio dopo la metà di ottobre, quando tutta la regione artica inizia a raffreddarsi seriamente, anche perché in quelle aree inizia a prevalere l’oscurità per molti mesi.
Il Polo Nord e l’equinozio d’autunno
Proprio al Polo Nord, avremo sei mesi di notte a partire dall’equinozio d’autunno. Gradualmente, da quel giorno le notti diventeranno sempre più lunghe nel nostro emisfero, e quindi le giornate, intendendo le ore di sole, saranno più brevi. Con la riduzione della radiazione solare, assisteremo a un progressivo raffreddamento di tutto l’emisfero settentrionale, poiché ci stiamo avvicinando all’inverno, che arriverà con il solstizio dopo il 20 dicembre. Nel 2024, il solstizio d’inverno arriverà in Italia il 21 dicembre. In quel giorno, nel Circolo Polare Artico, ci saranno 24 ore di buio.
Le anomalie climatiche
Per tornare all’evoluzione meteorologica, siamo ancora a settembre e di certo non avremo nevicate in pianura. Il fenomeno atmosferico che si sta concretizzando è parte di una serie di anomalie climatiche che stiamo vivendo da anni, e che stanno assumendo sempre maggiore rilevanza.
Il meteo e le sue anomalie: l’anticiclone scandinavo
Un potente anticiclone si sta formando sull’intera area della Scandinavia e della Russia artica. Se fossimo in una fase più avanzata dell’anno, e non a metà settembre, le conseguenze sarebbero state ben diverse. Infatti, ciò che si sta delineando è una struttura tipicamente invernale, in grado di generare ondate di gelo nel Mediterraneo, coinvolgendo anche l’Italia. Tuttavia, nei prossimi 10 giorni, in Europa e in Italia, sperimentiamo un effetto diverso.
Le configurazioni atmosferiche invernali
Questo fenomeno meteo dimostra che le configurazioni atmosferiche invernali, in grado di spingere il gelo dalla Siberia fino all’Italia, possono ancora verificarsi. Un anticiclone anomalo come quello che si prospetta ha la capacità di favorire la formazione di aree di bassa pressione nel Mar Mediterraneo e di richiamare aria fredda dall’Artico russo. Questo mix di condizioni è ideale per quelle grandi ondate di freddo e neve che si verificavano nel Mediterraneo fino a qualche anno fa, coinvolgendo anche l’Italia. Tuttavia, poiché questa configurazione si manifesterà nella seconda decade di settembre, produrrà solo un periodo più fresco rispetto alla media, dato che tutto intorno ci sono temperature molto superiori alla norma. In particolare, per l’Italia e le regioni balcaniche, ci sarà il vantaggio di abbattere le temperature, che si sono mantenute altissime da giugno fino ad oggi e che, soprattutto nei Balcani, hanno raggiunto numerose volte valori record storici, sia per quanto riguarda le massime che le minime.
L’alta pressione scandinava e l’inverno
L’alta pressione scandinava che si è formata in questo periodo e che si intensificherà nei prossimi giorni non può essere considerata un segnale positivo per l’inverno. Possiamo solo dire che è una configurazione della circolazione atmosferica tipicamente invernale, e se fosse avvenuta in quella stagione avrebbe molto probabilmente generato un’ondata di gelo e nevicate anche in Italia. Di certo, osservare questo fenomeno atmosferico nella seconda decade di settembre è molto anomalo, insolito, e per certi versi potrebbe non essere una buona notizia per la stagione invernale.
Le anomalie fuori stagione
Nessuna fonte scientifica è in grado di sostenere una tesi definitiva su queste anomalie che si verificano fuori stagione e sulle conseguenze che potrebbero avere durante l’inverno. Sappiamo solo che a settembre non dovrebbero accadere. Fenomeni di questo tipo si possono verificare dalla seconda metà di ottobre, e gli archivi meteorologici riportano ondate di freddo precoci di stampo invernale proprio dopo la metà di ottobre, quando tutta la regione artica inizia a raffreddarsi seriamente, anche perché in quelle aree inizia a prevalere l’oscurità per molti mesi.
Il Polo Nord e l’equinozio d’autunno
Proprio al Polo Nord, avremo sei mesi di notte a partire dall’equinozio d’autunno. Gradualmente, da quel giorno le notti diventeranno sempre più lunghe nel nostro emisfero, e quindi le giornate, intendendo le ore di sole, saranno più brevi. Con la riduzione della radiazione solare, assisteremo a un progressivo raffreddamento di tutto l’emisfero settentrionale, poiché ci stiamo avvicinando all’inverno, che arriverà con il solstizio dopo il 20 dicembre. Nel 2024, il solstizio d’inverno arriverà in Italia il 21 dicembre. In quel giorno, nel Circolo Polare Artico, ci saranno 24 ore di buio.
Le anomalie climatiche
Per tornare all’evoluzione meteorologica, siamo ancora a settembre e di certo non avremo nevicate in pianura. Il fenomeno atmosferico che si sta concretizzando è parte di una serie di anomalie climatiche che stiamo vivendo da anni, e che stanno assumendo sempre maggiore rilevanza.
Il meteo e le sue anomalie: l’anticiclone scandinavo
Un potente anticiclone si sta formando sull’intera area della Scandinavia e della Russia artica. Se fossimo in una fase più avanzata dell’anno, e non a metà settembre, le conseguenze sarebbero state ben diverse. Infatti, ciò che si sta delineando è una struttura tipicamente invernale, in grado di generare ondate di gelo nel Mediterraneo, coinvolgendo anche l’Italia. Tuttavia, nei prossimi 10 giorni, in Europa e in Italia, sperimentiamo un effetto diverso.
Le configurazioni atmosferiche invernali
Questo fenomeno meteo dimostra che le configurazioni atmosferiche invernali, in grado di spingere il gelo dalla Siberia fino all’Italia, possono ancora verificarsi. Un anticiclone anomalo come quello che si prospetta ha la capacità di favorire la formazione di aree di bassa pressione nel Mar Mediterraneo e di richiamare aria fredda dall’Artico russo. Questo mix di condizioni è ideale per quelle grandi ondate di freddo e neve che si verificavano nel Mediterraneo fino a qualche anno fa, coinvolgendo anche l’Italia. Tuttavia, poiché questa configurazione si manifesterà nella seconda decade di settembre, produrrà solo un periodo più fresco rispetto alla media, dato che tutto intorno ci sono temperature molto superiori alla norma. In particolare, per l’Italia e le regioni balcaniche, ci sarà il vantaggio di abbattere le temperature, che si sono mantenute altissime da giugno fino ad oggi e che, soprattutto nei Balcani, hanno raggiunto numerose volte valori record storici, sia per quanto riguarda le massime che le minime.
L’alta pressione scandinava e l’inverno
L’alta pressione scandinava che si è formata in questo periodo e che si intensificherà nei prossimi giorni non può essere considerata un segnale positivo per l’inverno. Possiamo solo dire che è una configurazione della circolazione atmosferica tipicamente invernale, e se fosse avvenuta in quella stagione avrebbe molto probabilmente generato un’ondata di gelo e nevicate anche in Italia. Di certo, osservare questo fenomeno atmosferico nella seconda decade di settembre è molto anomalo, insolito, e per certi versi potrebbe non essere una buona notizia per la stagione invernale.
Le anomalie fuori stagione
Nessuna fonte scientifica è in grado di sostenere una tesi definitiva su queste anomalie che si verificano fuori stagione e sulle conseguenze che potrebbero avere durante l’inverno. Sappiamo solo che a settembre non dovrebbero accadere. Fenomeni di questo tipo si possono verificare dalla seconda metà di ottobre, e gli archivi meteorologici riportano ondate di freddo precoci di stampo invernale proprio dopo la metà di ottobre, quando tutta la regione artica inizia a raffreddarsi seriamente, anche perché in quelle aree inizia a prevalere l’oscurità per molti mesi.
Il Polo Nord e l’equinozio d’autunno
Proprio al Polo Nord, avremo sei mesi di notte a partire dall’equinozio d’autunno. Gradualmente, da quel giorno le notti diventeranno sempre più lunghe nel nostro emisfero, e quindi le giornate, intendendo le ore di sole, saranno più brevi. Con la riduzione della radiazione solare, assisteremo a un progressivo raffreddamento di tutto l’emisfero settentrionale, poiché ci stiamo avvicinando all’inverno, che arriverà con il solstizio dopo il 20 dicembre. Nel 2024, il solstizio d’inverno arriverà in Italia il 21 dicembre. In quel giorno, nel Circolo Polare Artico, ci saranno 24 ore di buio.
Le anomalie climatiche
Per tornare all’evoluzione meteorologica, siamo ancora a settembre e di certo non avremo nevicate in pianura. Il fenomeno atmosferico che si sta concretizzando è parte di una serie di anomalie climatiche che stiamo vivendo da anni, e che stanno assumendo sempre maggiore rilevanza.
Il meteo e le sue anomalie: l’anticiclone scandinavo
Un potente anticiclone si sta formando sull’intera area della Scandinavia e della Russia artica. Se fossimo in una fase più avanzata dell’anno, e non a metà settembre, le conseguenze sarebbero state ben diverse. Infatti, ciò che si sta delineando è una struttura tipicamente invernale, in grado di generare ondate di gelo nel Mediterraneo, coinvolgendo anche l’Italia. Tuttavia, nei prossimi 10 giorni, in Europa e in Italia, sperimentiamo un effetto diverso.
Le configurazioni atmosferiche invernali
Questo fenomeno meteo dimostra che le configurazioni atmosferiche invernali, in grado di spingere il gelo dalla Siberia fino all’Italia, possono ancora verificarsi. Un anticiclone anomalo come quello che si prospetta ha la capacità di favorire la formazione di aree di bassa pressione nel Mar Mediterraneo e di richiamare aria fredda dall’Artico russo. Questo mix di condizioni è ideale per quelle grandi ondate di freddo e neve che si verificavano nel Mediterraneo fino a qualche anno fa, coinvolgendo anche l’Italia. Tuttavia, poiché questa configurazione si manifesterà nella seconda decade di settembre, produrrà solo un periodo più fresco rispetto alla media, dato che tutto intorno ci sono temperature molto superiori alla norma. In particolare, per l’Italia e le regioni balcaniche, ci sarà il vantaggio di abbattere le temperature, che si sono mantenute altissime da giugno fino ad oggi e che, soprattutto nei Balcani, hanno raggiunto numerose volte valori record storici, sia per quanto riguarda le massime che le minime.
L’alta pressione scandinava e l’inverno
L’alta pressione scandinava che si è formata in questo periodo e che si intensificherà nei prossimi giorni non può essere considerata un segnale positivo per l’inverno. Possiamo solo dire che è una configurazione della circolazione atmosferica tipicamente invernale, e se fosse avvenuta in quella stagione avrebbe molto probabilmente generato un’ondata di gelo e nevicate anche in Italia. Di certo, osservare questo fenomeno atmosferico nella seconda decade di settembre è molto anomalo, insolito, e per certi versi potrebbe non essere una buona notizia per la stagione invernale.
Le anomalie fuori stagione
Nessuna fonte scientifica è in grado di sostenere una tesi definitiva su queste anomalie che si verificano fuori stagione e sulle conseguenze che potrebbero avere durante l’inverno. Sappiamo solo che a settembre non dovrebbero accadere. Fenomeni di questo tipo si possono verificare dalla seconda metà di ottobre, e gli archivi meteorologici riportano ondate di freddo precoci di stampo invernale proprio dopo la metà di ottobre, quando tutta la regione artica inizia a raffreddarsi seriamente, anche perché in quelle aree inizia a prevalere l’oscurità per molti mesi.
Il Polo Nord e l’equinozio d’autunno
Proprio al Polo Nord, avremo sei mesi di notte a partire dall’equinozio d’autunno. Gradualmente, da quel giorno le notti diventeranno sempre più lunghe nel nostro emisfero, e quindi le giornate, intendendo le ore di sole, saranno più brevi. Con la riduzione della radiazione solare, assisteremo a un progressivo raffreddamento di tutto l’emisfero settentrionale, poiché ci stiamo avvicinando all’inverno, che arriverà con il solstizio dopo il 20 dicembre. Nel 2024, il solstizio d’inverno arriverà in Italia il 21 dicembre. In quel giorno, nel Circolo Polare Artico, ci saranno 24 ore di buio.
Le anomalie climatiche
Per tornare all’evoluzione meteorologica, siamo ancora a settembre e di certo non avremo nevicate in pianura. Il fenomeno atmosferico che si sta concretizzando è parte di una serie di anomalie climatiche che stiamo vivendo da anni, e che stanno assumendo sempre maggiore rilevanza.
Il meteo e le sue anomalie: l’anticiclone scandinavo
Un potente anticiclone si sta formando sull’intera area della Scandinavia e della Russia artica. Se fossimo in una fase più avanzata dell’anno, e non a metà settembre, le conseguenze sarebbero state ben diverse. Infatti, ciò che si sta delineando è una struttura tipicamente invernale, in grado di generare ondate di gelo nel Mediterraneo, coinvolgendo anche l’Italia. Tuttavia, nei prossimi 10 giorni, in Europa e in Italia, sperimentiamo un effetto diverso.
Le configurazioni atmosferiche invernali
Questo fenomeno meteo dimostra che le configurazioni atmosferiche invernali, in grado di spingere il gelo dalla Siberia fino all’Italia, possono ancora verificarsi. Un anticiclone anomalo come quello che si prospetta ha la capacità di favorire la formazione di aree di bassa pressione nel Mar Mediterraneo e di richiamare aria fredda dall’Artico russo. Questo mix di condizioni è ideale per quelle grandi ondate di freddo e neve che si verificavano nel Mediterraneo fino a qualche anno fa, coinvolgendo anche l’Italia. Tuttavia, poiché questa configurazione si manifesterà nella seconda decade di settembre, produrrà solo un periodo più fresco rispetto alla media, dato che tutto intorno ci sono temperature molto superiori alla norma. In particolare, per l’Italia e le regioni balcaniche, ci sarà il vantaggio di abbattere le temperature, che si sono mantenute altissime da giugno fino ad oggi e che, soprattutto nei Balcani, hanno raggiunto numerose volte valori record storici, sia per quanto riguarda le massime che le minime.
L’alta pressione scandinava e l’inverno
L’alta pressione scandinava che si è formata in questo periodo e che si intensificherà nei prossimi giorni non può essere considerata un segnale positivo per l’inverno. Possiamo solo dire che è una configurazione della circolazione atmosferica tipicamente invernale, e se fosse avvenuta in quella stagione avrebbe molto probabilmente generato un’ondata di gelo e nevicate anche in Italia. Di certo, osservare questo fenomeno atmosferico nella seconda decade di settembre è molto anomalo, insolito, e per certi versi potrebbe non essere una buona notizia per la stagione invernale.
Le anomalie fuori stagione
Nessuna fonte scientifica è in grado di sostenere una tesi definitiva su queste anomalie che si verificano fuori stagione e sulle conseguenze che potrebbero avere durante l’inverno. Sappiamo solo che a settembre non dovrebbero accadere. Fenomeni di questo tipo si possono verificare dalla seconda metà di ottobre, e gli archivi meteorologici riportano ondate di freddo precoci di stampo invernale proprio dopo la metà di ottobre, quando tutta la regione artica inizia a raffreddarsi seriamente, anche perché in quelle aree inizia a prevalere l’oscurità per molti mesi.
Il Polo Nord e l’equinozio d’autunno
Proprio al Polo Nord, avremo sei mesi di notte a partire dall’equinozio d’autunno. Gradualmente, da quel giorno le notti diventeranno sempre più lunghe nel nostro emisfero, e quindi le giornate, intendendo le ore di sole, saranno più brevi. Con la riduzione della radiazione solare, assisteremo a un progressivo raffreddamento di tutto l’emisfero settentrionale, poiché ci stiamo avvicinando all’inverno, che arriverà con il solstizio dopo il 20 dicembre. Nel 2024, il solstizio d’inverno arriverà in Italia il 21 dicembre. In quel giorno, nel Circolo Polare Artico, ci saranno 24 ore di buio.
Le anomalie climatiche
Per tornare all’evoluzione meteorologica, siamo ancora a settembre e di certo non avremo nevicate in pianura. Il fenomeno atmosferico che si sta concretizzando è parte di una serie di anomalie climatiche che stiamo vivendo da anni, e che stanno assumendo sempre maggiore rilevanza.
Il meteo e le sue anomalie: l’anticiclone scandinavo
Un potente anticiclone si sta formando sull’intera area della Scandinavia e della Russia artica. Se fossimo in una fase più avanzata dell’anno, e non a metà settembre, le conseguenze sarebbero state ben diverse. Infatti, ciò che si sta delineando è una struttura tipicamente invernale, in grado di generare ondate di gelo nel Mediterraneo, coinvolgendo anche l’Italia. Tuttavia, nei prossimi 10 giorni, in Europa e in Italia, sperimentiamo un effetto diverso.
Le configurazioni atmosferiche invernali
Questo fenomeno meteo dimostra che le configurazioni atmosferiche invernali, in grado di spingere il gelo dalla Siberia fino all’Italia, possono ancora verificarsi. Un anticiclone anomalo come quello che si prospetta ha la capacità di favorire la formazione di aree di bassa pressione nel Mar Mediterraneo e di richiamare aria fredda dall’Artico russo. Questo mix di condizioni è ideale per quelle grandi ondate di freddo e neve che si verificavano nel Mediterraneo fino a qualche anno fa, coinvolgendo anche l’Italia. Tuttavia, poiché questa configurazione si manifesterà nella seconda decade di settembre, produrrà solo un periodo più fresco rispetto alla media, dato che tutto intorno ci sono temperature molto superiori alla norma. In particolare, per l’Italia e le regioni balcaniche, ci sarà il vantaggio di abbattere le temperature, che si sono mantenute altissime da giugno fino ad oggi e che, soprattutto nei Balcani, hanno raggiunto numerose volte valori record storici, sia per quanto riguarda le massime che le minime.
L’alta pressione scandinava e l’inverno
L’alta pressione scandinava che si è formata in questo periodo e che si intensificherà nei prossimi giorni non può essere considerata un segnale positivo per l’inverno. Possiamo solo dire che è una configurazione della circolazione atmosferica tipicamente invernale, e se fosse avvenuta in quella stagione avrebbe molto probabilmente generato un’ondata di gelo e nevicate anche in Italia. Di certo, osservare questo fenomeno atmosferico nella seconda decade di settembre è molto anomalo, insolito, e per certi versi potrebbe non essere una buona notizia per la stagione invernale.
Le anomalie fuori stagione
Nessuna fonte scientifica è in grado di sostenere una tesi definitiva su queste anomalie che si verificano fuori stagione e sulle conseguenze che potrebbero avere durante l’inverno. Sappiamo solo che a settembre non dovrebbero accadere. Fenomeni di questo tipo si possono verificare dalla seconda metà di ottobre, e gli archivi meteorologici riportano ondate di freddo precoci di stampo invernale proprio dopo la metà di ottobre, quando tutta la regione artica inizia a raffreddarsi seriamente, anche perché in quelle aree inizia a prevalere l’oscurità per molti mesi.
Il Polo Nord e l’equinozio d’autunno
Proprio al Polo Nord, avremo sei mesi di notte a partire dall’equinozio d’autunno. Gradualmente, da quel giorno le notti diventeranno sempre più lunghe nel nostro emisfero, e quindi le giornate, intendendo le ore di sole, saranno più brevi. Con la riduzione della radiazione solare, assisteremo a un progressivo raffreddamento di tutto l’emisfero settentrionale, poiché ci stiamo avvicinando all’inverno, che arriverà con il solstizio dopo il 20 dicembre. Nel 2024, il solstizio d’inverno arriverà in Italia il 21 dicembre. In quel giorno, nel Circolo Polare Artico, ci saranno 24 ore di buio.
Le anomalie climatiche
Per tornare all’evoluzione meteorologica, siamo ancora a settembre e di certo non avremo nevicate in pianura. Il fenomeno atmosferico che si sta concretizzando è parte di una serie di anomalie climatiche che stiamo vivendo da anni, e che stanno assumendo sempre maggiore rilevanza.
Il meteo e le sue anomalie: l’anticiclone scandinavo
Un potente anticiclone si sta formando sull’intera area della Scandinavia e della Russia artica. Se fossimo in una fase più avanzata dell’anno, e non a metà settembre, le conseguenze sarebbero state ben diverse. Infatti, ciò che si sta delineando è una struttura tipicamente invernale, in grado di generare ondate di gelo nel Mediterraneo, coinvolgendo anche l’Italia. Tuttavia, nei prossimi 10 giorni, in Europa e in Italia, sperimentiamo un effetto diverso.
Le configurazioni atmosferiche invernali
Questo fenomeno meteo dimostra che le configurazioni atmosferiche invernali, in grado di spingere il gelo dalla Siberia fino all’Italia, possono ancora verificarsi. Un anticiclone anomalo come quello che si prospetta ha la capacità di favorire la formazione di aree di bassa pressione nel Mar Mediterraneo e di richiamare aria fredda dall’Artico russo. Questo mix di condizioni è ideale per quelle grandi ondate di freddo e neve che si verificavano nel Mediterraneo fino a qualche anno fa, coinvolgendo anche l’Italia. Tuttavia, poiché questa configurazione si manifesterà nella seconda decade di settembre, produrrà solo un periodo più fresco rispetto alla media, dato che tutto intorno ci sono temperature molto superiori alla norma. In particolare, per l’Italia e le regioni balcaniche, ci sarà il vantaggio di abbattere le temperature, che si sono mantenute altissime da giugno fino ad oggi e che, soprattutto nei Balcani, hanno raggiunto numerose volte valori record storici, sia per quanto riguarda le massime che le minime.
L’alta pressione scandinava e l’inverno
L’alta pressione scandinava che si è formata in questo periodo e che si intensificherà nei prossimi giorni non può essere considerata un segnale positivo per l’inverno. Possiamo solo dire che è una configurazione della circolazione atmosferica tipicamente invernale, e se fosse avvenuta in quella stagione avrebbe molto probabilmente generato un’ondata di gelo e nevicate anche in Italia. Di certo, osservare questo fenomeno atmosferico nella seconda decade di settembre è molto anomalo, insolito, e per certi versi potrebbe non essere una buona notizia per la stagione invernale.
Le anomalie fuori stagione
Nessuna fonte scientifica è in grado di sostenere una tesi definitiva su queste anomalie che si verificano fuori stagione e sulle conseguenze che potrebbero avere durante l’inverno. Sappiamo solo che a settembre non dovrebbero accadere. Fenomeni di questo tipo si possono verificare dalla seconda metà di ottobre, e gli archivi meteorologici riportano ondate di freddo precoci di stampo invernale proprio dopo la metà di ottobre, quando tutta la regione artica inizia a raffreddarsi seriamente, anche perché in quelle aree inizia a prevalere l’oscurità per molti mesi.
Il Polo Nord e l’equinozio d’autunno
Proprio al Polo Nord, avremo sei mesi di notte a partire dall’equinozio d’autunno. Gradualmente, da quel giorno le notti diventeranno sempre più lunghe nel nostro emisfero, e quindi le giornate, intendendo le ore di sole, saranno più brevi. Con la riduzione della radiazione solare, assisteremo a un progressivo raffreddamento di tutto l’emisfero settentrionale, poiché ci stiamo avvicinando all’inverno, che arriverà con il solstizio dopo il 20 dicembre. Nel 2024, il solstizio d’inverno arriverà in Italia il 21 dicembre. In quel giorno, nel Circolo Polare Artico, ci saranno 24 ore di buio.
Le anomalie climatiche
Per tornare all’evoluzione meteorologica, siamo ancora a settembre e di certo non avremo nevicate in pianura. Il fenomeno atmosferico che si sta concretizzando è parte di una serie di anomalie climatiche che stiamo vivendo da anni, e che stanno assumendo sempre maggiore rilevanza.
Il meteo e le sue anomalie: l’anticiclone scandinavo
Un potente anticiclone si sta formando sull’intera area della Scandinavia e della Russia artica. Se fossimo in una fase più avanzata dell’anno, e non a metà settembre, le conseguenze sarebbero state ben diverse. Infatti, ciò che si sta delineando è una struttura tipicamente invernale, in grado di generare ondate di gelo nel Mediterraneo, coinvolgendo anche l’Italia. Tuttavia, nei prossimi 10 giorni, in Europa e in Italia, sperimentiamo un effetto diverso.
Le configurazioni atmosferiche invernali
Questo fenomeno meteo dimostra che le configurazioni atmosferiche invernali, in grado di spingere il gelo dalla Siberia fino all’Italia, possono ancora verificarsi. Un anticiclone anomalo come quello che si prospetta ha la capacità di favorire la formazione di aree di bassa pressione nel Mar Mediterraneo e di richiamare aria fredda dall’Artico russo. Questo mix di condizioni è ideale per quelle grandi ondate di freddo e neve che si verificavano nel Mediterraneo fino a qualche anno fa, coinvolgendo anche l’Italia. Tuttavia, poiché questa configurazione si manifesterà nella seconda decade di settembre, produrrà solo un periodo più fresco rispetto alla media, dato che tutto intorno ci sono temperature molto superiori alla norma. In particolare, per l’Italia e le regioni balcaniche, ci sarà il vantaggio di abbattere le temperature, che si sono mantenute altissime da giugno fino ad oggi e che, soprattutto nei Balcani, hanno raggiunto numerose volte valori record storici, sia per quanto riguarda le massime che le minime.
L’alta pressione scandinava e l’inverno
L’alta pressione scandinava che si è formata in questo periodo e che si intensificherà nei prossimi giorni non può essere considerata un segnale positivo per l’inverno. Possiamo solo dire che è una configurazione della circolazione atmosferica tipicamente invernale, e se fosse avvenuta in quella stagione avrebbe molto probabilmente generato un’ondata di gelo e nevicate anche in Italia. Di certo, osservare questo fenomeno atmosferico nella seconda decade di settembre è molto anomalo, insolito, e per certi versi potrebbe non essere una buona notizia per la stagione invernale.
Le anomalie fuori stagione
Nessuna fonte scientifica è in grado di sostenere una tesi definitiva su queste anomalie che si verificano fuori stagione e sulle conseguenze che potrebbero avere durante l’inverno. Sappiamo solo che a settembre non dovrebbero accadere. Fenomeni di questo tipo si possono verificare dalla seconda metà di ottobre, e gli archivi meteorologici riportano ondate di freddo precoci di stampo invernale proprio dopo la metà di ottobre, quando tutta la regione artica inizia a raffreddarsi seriamente, anche perché in quelle aree inizia a prevalere l’oscurità per molti mesi.
Il Polo Nord e l’equinozio d’autunno
Proprio al Polo Nord, avremo sei mesi di notte a partire dall’equinozio d’autunno. Gradualmente, da quel giorno le notti diventeranno sempre più lunghe nel nostro emisfero, e quindi le giornate, intendendo le ore di sole, saranno più brevi. Con la riduzione della radiazione solare, assisteremo a un progressivo raffreddamento di tutto l’emisfero settentrionale, poiché ci stiamo avvicinando all’inverno, che arriverà con il solstizio dopo il 20 dicembre. Nel 2024, il solstizio d’inverno arriverà in Italia il 21 dicembre. In quel giorno, nel Circolo Polare Artico, ci saranno 24 ore di buio.
Le anomalie climatiche
Per tornare all’evoluzione meteorologica, siamo ancora a settembre e di certo non avremo nevicate in pianura. Il fenomeno atmosferico che si sta concretizzando è parte di una serie di anomalie climatiche che stiamo vivendo da anni, e che stanno assumendo sempre maggiore rilevanza.
Il meteo e le sue anomalie: l’anticiclone scandinavo
Un potente anticiclone si sta formando sull’intera area della Scandinavia e della Russia artica. Se fossimo in una fase più avanzata dell’anno, e non a metà settembre, le conseguenze sarebbero state ben diverse. Infatti, ciò che si sta delineando è una struttura tipicamente invernale, in grado di generare ondate di gelo nel Mediterraneo, coinvolgendo anche l’Italia. Tuttavia, nei prossimi 10 giorni, in Europa e in Italia, sperimentiamo un effetto diverso.
Le configurazioni atmosferiche invernali
Questo fenomeno meteo dimostra che le configurazioni atmosferiche invernali, in grado di spingere il gelo dalla Siberia fino all’Italia, possono ancora verificarsi. Un anticiclone anomalo come quello che si prospetta ha la capacità di favorire la formazione di aree di bassa pressione nel Mar Mediterraneo e di richiamare aria fredda dall’Artico russo. Questo mix di condizioni è ideale per quelle grandi ondate di freddo e neve che si verificavano nel Mediterraneo fino a qualche anno fa, coinvolgendo anche l’Italia. Tuttavia, poiché questa configurazione si manifesterà nella seconda decade di settembre, produrrà solo un periodo più fresco rispetto alla media, dato che tutto intorno ci sono temperature molto superiori alla norma. In particolare, per l’Italia e le regioni balcaniche, ci sarà il vantaggio di abbattere le temperature, che si sono mantenute altissime da giugno fino ad oggi e che, soprattutto nei Balcani, hanno raggiunto numerose volte valori record storici, sia per quanto riguarda le massime che le minime.
L’alta pressione scandinava e l’inverno
L’alta pressione scandinava che si è formata in questo periodo e che si intensificherà nei prossimi giorni non può essere considerata un segnale positivo per l’inverno. Possiamo solo dire che è una configurazione della circolazione atmosferica tipicamente invernale, e se fosse avvenuta in quella stagione avrebbe molto probabilmente generato un’ondata di gelo e nevicate anche in Italia. Di certo, osservare questo fenomeno atmosferico nella seconda decade di settembre è molto anomalo, insolito, e per certi versi potrebbe non essere una buona notizia per la stagione invernale.
Le anomalie fuori stagione
Nessuna fonte scientifica è in grado di sostenere una tesi definitiva su queste anomalie che si verificano fuori stagione e sulle conseguenze che potrebbero avere durante l’inverno. Sappiamo solo che a settembre non dovrebbero accadere. Fenomeni di questo tipo si possono verificare dalla seconda metà di ottobre, e gli archivi meteorologici riportano ondate di freddo precoci di stampo invernale proprio dopo la metà di ottobre, quando tutta la regione artica inizia a raffreddarsi seriamente, anche perché in quelle aree inizia a prevalere l’oscurità per molti mesi.
Il Polo Nord e l’equinozio d’autunno
Proprio al Polo Nord, avremo sei mesi di notte a partire dall’equinozio d’autunno. Gradualmente, da quel giorno le notti diventeranno sempre più lunghe nel nostro emisfero, e quindi le giornate, intendendo le ore di sole, saranno più brevi. Con la riduzione della radiazione solare, assisteremo a un progressivo raffreddamento di tutto l’emisfero settentrionale, poiché ci stiamo avvicinando all’inverno, che arriverà con il solstizio dopo il 20 dicembre. Nel 2024, il solstizio d’inverno arriverà in Italia il 21 dicembre. In quel giorno, nel Circolo Polare Artico, ci saranno 24 ore di buio.
Le anomalie climatiche
Per tornare all’evoluzione meteorologica, siamo ancora a settembre e di certo non avremo nevicate in pianura. Il fenomeno atmosferico che si sta concretizzando è parte di una serie di anomalie climatiche che stiamo vivendo da anni, e che stanno assumendo sempre maggiore rilevanza.
Il meteo e le sue anomalie: l’anticiclone scandinavo
Un potente anticiclone si sta formando sull’intera area della Scandinavia e della Russia artica. Se fossimo in una fase più avanzata dell’anno, e non a metà settembre, le conseguenze sarebbero state ben diverse. Infatti, ciò che si sta delineando è una struttura tipicamente invernale, in grado di generare ondate di gelo nel Mediterraneo, coinvolgendo anche l’Italia. Tuttavia, nei prossimi 10 giorni, in Europa e in Italia, sperimentiamo un effetto diverso.
Le configurazioni atmosferiche invernali
Questo fenomeno meteo dimostra che le configurazioni atmosferiche invernali, in grado di spingere il gelo dalla Siberia fino all’Italia, possono ancora verificarsi. Un anticiclone anomalo come quello che si prospetta ha la capacità di favorire la formazione di aree di bassa pressione nel Mar Mediterraneo e di richiamare aria fredda dall’Artico russo. Questo mix di condizioni è ideale per quelle grandi ondate di freddo e neve che si verificavano nel Mediterraneo fino a qualche anno fa, coinvolgendo anche l’Italia. Tuttavia, poiché questa configurazione si manifesterà nella seconda decade di settembre, produrrà solo un periodo più fresco rispetto alla media, dato che tutto intorno ci sono temperature molto superiori alla norma. In particolare, per l’Italia e le regioni balcaniche, ci sarà il vantaggio di abbattere le temperature, che si sono mantenute altissime da giugno fino ad oggi e che, soprattutto nei Balcani, hanno raggiunto numerose volte valori record storici, sia per quanto riguarda le massime che le minime.
L’alta pressione scandinava e l’inverno
L’alta pressione scandinava che si è formata in questo periodo e che si intensificherà nei prossimi giorni non può essere considerata un segnale positivo per l’inverno. Possiamo solo dire che è una configurazione della circolazione atmosferica tipicamente invernale, e se fosse avvenuta in quella stagione avrebbe molto probabilmente generato un’ondata di gelo e nevicate anche in Italia. Di certo, osservare questo fenomeno atmosferico nella seconda decade di settembre è molto anomalo, insolito, e per certi versi potrebbe non essere una buona notizia per la stagione invernale.
Le anomalie fuori stagione
Nessuna fonte scientifica è in grado di sostenere una tesi definitiva su queste anomalie che si verificano fuori stagione e sulle conseguenze che potrebbero avere durante l’inverno. Sappiamo solo che a settembre non dovrebbero accadere. Fenomeni di questo tipo si possono verificare dalla seconda metà di ottobre, e gli archivi meteorologici riportano ondate di freddo precoci di stampo invernale proprio dopo la metà di ottobre, quando tutta la regione artica inizia a raffreddarsi seriamente, anche perché in quelle aree inizia a prevalere l’oscurità per molti mesi.
Il Polo Nord e l’equinozio d’autunno
Proprio al Polo Nord, avremo sei mesi di notte a partire dall’equinozio d’autunno. Gradualmente, da quel giorno le notti diventeranno sempre più lunghe nel nostro emisfero, e quindi le giornate, intendendo le ore di sole, saranno più brevi. Con la riduzione della radiazione solare, assisteremo a un progressivo raffreddamento di tutto l’emisfero settentrionale, poiché ci stiamo avvicinando all’inverno, che arriverà con il solstizio dopo il 20 dicembre. Nel 2024, il solstizio d’inverno arriverà in Italia il 21 dicembre. In quel giorno, nel Circolo Polare Artico, ci saranno 24 ore di buio.
Le anomalie climatiche
Per tornare all’evoluzione meteorologica, siamo ancora a settembre e di certo non avremo nevicate in pianura. Il fenomeno atmosferico che si sta concretizzando è parte di una serie di anomalie climatiche che stiamo vivendo da anni, e che stanno assumendo sempre maggiore rilevanza.