Il meteo italiano è sempre più caratterizzato da ondate di calore africano che si manifestano all’inizio di Ottobre. Nonostante ci troviamo a metà Autunno, in queste situazioni le temperature possono raggiungere o addirittura superare i 30°C, soprattutto nel Sud Italia e nelle Isole Maggiori come la Sardegna e la Sicilia.
Correnti subtropicali
Il caldo africano si manifesta quando correnti d’aria calda provenienti dal Nord Africa vengono spostate verso il Mediterraneo da un’Alta Pressione. Questa situazione meteo favorisce l’accumulo di calore su ampie zone del Paese, provocando un incremento significativo delle temperature rispetto alle medie stagionali. Nonostante queste ondate di calore all’inizio di Ottobre possano sembrare strane, sono diventate più comuni, in parte a causa dei cambiamenti climatici.
Calore inaspettato
Il calore intenso non solo causa disagi fisici e problemi di salute, soprattutto per le persone più fragili, ma ha anche ripercussioni a lungo termine sull’ecosistema e sull’atmosfera. Un elemento critico delle ondate di calore fuori stagione è l’accumulo di energia termica nell’acqua e nell’aria. Quest’energia extra può avere un ruolo fondamentale nella formazione di nuove perturbazioni, specialmente quelle che arrivano dall’Atlantico.
Maltempo improvviso e intenso
Le perturbazioni atlantiche, contraddistinte da alta umidità e sistemi di bassa pressione, possono trovare condizioni ideali in un’atmosfera già surriscaldata. Quando l’aria più fredda e instabile proveniente dall’Atlantico interagisce con l’aria calda e stagnante sull’Italia, si creano le condizioni ideali per fenomeni meteo estremi come temporali violenti, piogge torrenziali e venti forti. L’energia extra generata dal calore può amplificare queste perturbazioni, rendendo gli eventi meteo più intensi e difficili da prevedere con esattezza.
La questione della siccità
Un altro effetto del calore anomalo è l’aggravarsi della siccità. Anche se il calore di Ottobre non è così persistente come quello estivo, può prolungare i periodi di aridità, soprattutto se le successive perturbazioni si concentrano su aree specifiche senza distribuirsi in modo uniforme su tutto il territorio. Questo crea un contrasto tra zone ancora afflitte dalla siccità e altre in cui si verificano episodi di maltempo estremo.
Quali sono le aree più esposte?
Le zone più a rischio sono sicuramente il Sud Italia e le Isole Maggiori, dove il caldo africano tende a essere più intenso e duraturo. Tuttavia, anche il Nord e il Centro potrebbero riscontrare temperature anomale, con ripercussioni dirette sulla gestione delle risorse idriche e sull’aumento del rischio idrogeologico. Le pianure del Po, ad esempio, potrebbero subire l’effetto combinato di calore inaspettato e precipitazioni abbondanti, con conseguenze negative sull’agricoltura e sulle infrastrutture.