Il fine settimana appena trascorso ha visto l’Europa Centrale essere teatro delle più gravi inondazioni degli ultimi due decenni, a causa delle precipitazioni torrenziali portate dalla Tempesta Boris. Questo fenomeno meteo ha seminato distruzione da Romania a Polonia, causando la morte di almeno 21 persone e la scomparsa di molte altre in nazioni come Polonia, Ungheria, Romania e Austria. Oltre a ciò, decine di migliaia di persone sono state costrette ad evacuare, tra cui 15.000 individui residenti nei pressi del confine tra la Cechia e la Polonia.
In Polonia, il Primo Ministro Donal Tusk ha dichiarato lo stato di calamità naturale nelle regioni meridionali più duramente colpite. Il ministero della difesa ha dispiegato 14.000 militari nelle zone allagate, mentre i cittadini di Wroclaw hanno lavorato senza sosta per rafforzare gli argini dei fiumi, in previsione di un’ulteriore crescita del livello delle acque prevista per giovedì.
Ungheria, Croazia e Slovacchia sono in stato di massima allerta a causa delle previsioni meteo che annunciano ulteriori piogge intense che potrebbero far salire ancora di più il livello delle acque del fiume Danubio. In Italia, le regioni di Emilia-Romagna e Lazio sono state messe in allerta meteo gialla per le imminenti forti piogge, e i vigili del fuoco di Pescara, in Abruzzo, hanno già ricevuto centinaia di richieste di aiuto a causa delle inondazioni.
Urszula Sara Zielińska, vice ministra del meteo polacca, ha attribuito la responsabilità di questa catastrofe al cambiamento climatico. In un’intervista rilasciata alla BBC del Regno Unito, ha sottolineato che dopo le devastanti inondazioni del 1997, si riteneva che eventi di tale portata potessero verificarsi solo “una volta ogni mille anni”. Eppure, sono ricomparse solo 26 anni dopo, evidenziando una chiara correlazione con il cambiamento climatico.
Gli esperti del meteo hanno avvertito che eventi di pioggia estrema come questi sono destinati ad aumentare in Europa con il riscaldamento del pianeta. Per ogni grado Celsius di riscaldamento, l’atmosfera può trattenere il 7% in più di vapore acqueo. Inoltre, un’onda di calore marina nel Mar Mediterraneo, che ha registrato temperature record il mese scorso, ha probabilmente contribuito all’evento, poiché alte temperature superficiali del mare portano a una maggiore evaporazione e quindi a più umidità nell’aria. Quest’aria calda e umida, incontrando l’aria fredda proveniente dall’Artico, ha creato le condizioni ideali per la Tempesta Boris di scaricare intense precipitazioni.
Secondo gli esperti del gruppo World Weather Attribution, l’onda di calore che ha attraversato il Mediterraneo a luglio sarebbe stata “praticamente impossibile” senza il riscaldamento globale causato dall’uomo.