Un’indagine recente, divulgata su Science, ha svelato che un evento paragonabile a un “mega El Niño” potrebbe essere stato il detonatore della più imponente estinzione di massa mai avvenuta sul nostro pianeta, circa 252 milioni di anni fa, al termine del periodo Permiano. Questo evento di estinzione, conosciuto come la “Grande Moria”, ha portato alla sparizione di quasi il 90% delle specie marine e del 70% di quelle terrestri.
Il fenomeno meteo di El Niño, intensificato da un’enorme emissione di gas serra derivanti da colossali eruzioni vulcaniche in Siberia, avrebbe provocato un surriscaldamento oceanico estremo, con temperature che nei tropici hanno raggiunto i 40°C.
Questo incremento termico non ha solo annientato gli ecosistemi marini, ma ha anche devastato le foreste terrestri, accelerando la crisi meteo con una serie di siccità seguite da inondazioni intense. Le specie che non sono riuscite ad adattarsi o a migrare rapidamente per sfuggire alle condizioni estreme sono state le prime a soccombere.
Gli studiosi hanno rilevato che l’innalzamento delle temperature è stato accompagnato da una maggiore variabilità meteo, tipica degli eventi El Niño, con effetti molto più intensi e duraturi rispetto agli episodi attuali. Questo ciclo catastrofico sembra essere stato determinante nel creare condizioni insostenibili per la vita, sia negli oceani che sulla terraferma.
L’indagine mette in evidenza anche inquietanti parallelismi con la situazione odierna, dove l’aumento delle emissioni di gas serra e il riscaldamento degli oceani potrebbero portare a conseguenze analoghe, sebbene su scale diverse, se non si interviene per mitigare gli effetti del cambiamento meteo.
Negli ultimi anni gli eventi El Niño hanno provocato grandi variazioni nei modelli di precipitazioni e nelle temperature. Un esempio? Le condizioni meteo estreme che hanno portato all’ondata di calore nordamericana del giugno 2024, quando le temperature erano circa 15 °C superiori alla norma.
Il periodo 2023-2024 è stato anche uno degli anni più caldi mai registrati a livello globale a causa di un forte El Niño nell’Oceano Pacifico, che è stato ulteriormente aggravato dall’aumento di CO2 prodotta dall’uomo che ha causato siccità disastrose e incendi in tutto il mondo.