Nei giorni a venire, l’Anticiclone delle Azzorre si espanderà verso sud fino al Mare del Nord, interrompendo l’apporto alla saccatura e trasformandola in una goccia fredda. Questo nuovo fenomeno meteorologico, ormai autonomo, influenzerà il meteo dell’Europa meridionale per un periodo prolungato.
Inizialmente, la goccia fredda si posizionerà sulla penisola Balcanica e, a partire dalla prossima settimana, potrebbe spostarsi in direzione retrograda (ovvero da est a ovest) verso le nostre regioni, causando un incremento dell’instabilità meteorologica.
Incremento delle temperature al Nord e rischio valanghe
Il previsto aumento delle temperature e il conseguente innalzamento della quota dello zero termico, soprattutto sulle Alpi occidentali, comporta un reale pericolo di valanghe, in particolare nelle zone dove è caduta neve fresca nei giorni scorsi.
L’innalzamento delle temperature, specialmente in presenza di condizioni favoniche, può destabilizzare i nuovi strati di neve, rendendo il manto nevoso più instabile. Questo effetto è amplificato dalla combinazione di neve fresca e un rapido aumento delle temperature, che favorisce la formazione di valanghe spontanee, soprattutto nelle ore più calde del giorno.
Di conseguenza, è importante prestare attenzione ai bollettini meteo locali e ai report sul rischio di valanghe, specialmente se si prevede di visitare aree ad alta quota durante il fine settimana.
Come il Favonio può destabilizzare gli strati di neve fresca?
Il Favonio riscalda rapidamente la superficie della neve, causando una fusione superficiale. Questo può creare uno strato di neve bagnata sopra strati più freddi e asciutti, aumentando il rischio di scivolamento e valanghe.
Inoltre, essendo un vento secco, il Favonio può asciugare la neve, riducendo la coesione tra i cristalli di neve. Questo indebolisce la struttura del manto nevoso, rendendolo più suscettibile a fratture.
Le rapide variazioni di temperatura causate dal favonio possono creare tensioni all’interno del manto nevoso. Queste tensioni possono portare alla formazione di crepe e alla destabilizzazione degli strati di neve.