La crisi del meteo e l’inefficiente amministrazione del territorio non sono due fenomeni isolati, ma sono strettamente correlati e costituiscono due aspetti dello stesso problema. Non si può utilizzare l’inerzia su uno di questi elementi come scusa per ignorare l’altro.
Infatti, la loro reciproca influenza esacerba ulteriormente le ripercussioni negative che stiamo sperimentando. I dati relativi alle condizioni meteorologiche estreme nei bacini del Senio e del Lamone evidenziano quanto velocemente stia mutando il meteo, con picchi di precipitazioni sempre più frequenti e intensi.
L’aumento esponenziale dei record storici di piogge in periodi così brevi sottolinea non solo l’urgenza di affrontare la crisi del meteo, ma anche la necessità di una gestione del territorio più consapevole e sostenibile. Il degrado idrogeologico e la carente pianificazione urbanistica, in combinazione con un meteo che sta diventando sempre più imprevedibile, rendono il territorio italiano – e non solo – estremamente vulnerabile.
Le piogge torrenziali, se non gestite adeguatamente attraverso un’adeguata manutenzione del suolo, delle infrastrutture e delle difese naturali come le foreste e le aree fluviali, porteranno a conseguenze devastanti, come alluvioni, frane e erosioni, che già oggi vediamo sempre più frequentemente. Quello che stiamo osservando è il risultato di decenni di inazione o decisioni errate, sia sul piano del meteo che territoriale. Solo un approccio integrato e urgente potrà permetterci di mitigare i danni futuri e prevenire situazioni ancora più drammatiche.
Negli ultimi anni, l’area compresa tra i bacini del Senio e del Lamone ha registrato condizioni meteorologiche estreme di portata senza precedenti, sollevando serie preoccupazioni sul cambiamento del meteo e sulla gestione del territorio. L’intersezione di questi due fattori contribuisce a peggiorare una situazione già critica, mettendo in luce la necessità di affrontare entrambe le problematiche in modo integrato.
Prendiamo in considerazione il caso di Casola Valsenio. Dal 1935, il record di precipitazioni in 24 ore era stato stabilito il 13 novembre 2017 con 117,2 mm. Tuttavia, negli ultimi 18 mesi, questo primato è stato superato ben tre volte. Il 2 maggio 2023 si è registrata una pioggia di 173,0 mm, seguita dal 16 maggio 2023 con 193,6 mm e, il 18 settembre 2024 si è toccato il picco di 247,8 mm. L’ultimo evento ha più che raddoppiato il massimo storico precedente, dimostrando una drammatica escalation nella frequenza e nell’intensità delle precipitazioni.
Una situazione simile si è verificata a San Cassiano sul Lamone. Dal 1935, il primato per il quantitativo massimo di pioggia in 24 ore risaliva al 29 maggio 1939 con 151,0 mm. Anche qui, il record è stato infranto più volte in poco più di un anno: il 2 maggio 2023 con 171,0 mm, il 16 maggio 2023 con 207,8 mm e, il 18 settembre 2024 con 288,0 mm. Questo valore è quasi il doppio rispetto al precedente massimo storico, un segnale inequivocabile del cambiamento in corso.
Questi dati rappresentano un quadro allarmante e confermano come le condizioni meteorologiche estreme stiano diventando sempre più frequenti e violenti. Non si può più ignorare l’impatto del riscaldamento globale, che amplifica l’instabilità del meteo, e al contempo, non si può trascurare l’urgenza di una gestione del territorio più oculata e sostenibile per mitigare i danni.