Stiamo vivendo una fase storica di calore in questo periodo di metà settembre, con l’Europa orientale e il Circolo Polare Artico che registrano temperature estive mai viste negli ultimi decenni. Nonostante ciò, non è prevedibile un’imminente ondata di freddo proveniente dal nord-est, dato che ci vorrebbe un tempo considerevole per raffreddare la vasta estensione della Russia. Tuttavia, si prevede l’attivazione di una corrente chiamata Buran, un vento che solitamente soffia da est durante l’inverno.
Il Buran farà la sua comparsa a settembre, un periodo in cui non ci aspettiamo un’ondata di freddo. Questo vento porterà con sé un conflitto tra masse d’aria fredda e secca e le acque calde del Mar Mediterraneo, causando una bassa pressione sul Mar Tirreno e dando origine a nubi persistenti e forti precipitazioni. Le zone più colpite sembrano essere quelle adriatiche, a partire dall’Emilia-Romagna e proseguendo verso sud. Queste previsioni meteorologiche, tuttavia, potrebbero variare giorno per giorno. Le aree adriatiche, che hanno sofferto di siccità, potrebbero beneficiare di queste piogge, che potrebbero estendersi anche alla parte orientale della Sicilia. Tuttavia, è prudente non dichiarare prematuramente la fine della siccità.
Le precipitazioni previste per l’Italia orientale potrebbero essere eccessive, a causa delle elevate temperature dei mari che potrebbero portare a un accumulo di umidità e quindi a piogge persistenti e potenzialmente estreme. L’Emilia-Romagna, una regione che fino a poco tempo fa non sembrava così esposta, si troverà a dover affrontare una situazione critica, come evidenziato dagli studi idrogeologici che rivelano una forte vulnerabilità alle alluvioni.
Non stiamo parlando di alluvioni di neve, ma dei rischi legati a eccessive precipitazioni piovose, soprattutto nelle zone appenniniche.
Il Buran non porterà l’inverno in piena regola, ma determinerà un calo delle temperature rispetto alla media per diversi giorni, influenzando un mese di settembre che era iniziato con un’ondata di calore anomala. Quello che sembrava un passaggio verso un autunno tropicale sta svanendo con l’arrivo di questa ondata di freddo, che purtroppo terminerà con il ritorno di correnti più calde. Il Mar Mediterraneo, attualmente molto caldo, perderà parte del calore accumulato, ma le temperature resteranno sopra la media a causa del riscaldamento globale, che ha influenzato anche le temperature sottomarine.
Nonostante le variazioni meteorologiche, il Mediterraneo continuerà a registrare temperature superiori alla media, anche quando i valori caleranno a causa del maltempo e del fresco fuori stagione. In montagna potrebbe tornare la neve, ma l’ondata di freddo si sta esaurendo. Le correnti provenienti da nord-est non sono più fredde come all’inizio, quando provenivano dall’Artico, e quindi non porteranno nuove nevicate sotto i 1000 metri, come recentemente avvenuto nel Friuli-Venezia Giulia. Quindi, la neve cadrà solo a quote elevate.
L’autunno si preannuncia molto diverso dal solito, poiché normalmente l’arrivo delle correnti oceaniche segna un cambiamento stagionale. Invece, il vento proveniente dalla Siberia provoca una bassa pressione sul Tirreno, un fenomeno che di solito si verifica in pieno inverno, come accaduto durante le grandi nevicate che hanno segnato la storia italiana nell’ultimo secolo.
Stiamo vivendo una fase storica di calore in questo periodo di metà settembre, con l’Europa orientale e il Circolo Polare Artico che registrano temperature estive mai viste negli ultimi decenni. Nonostante ciò, non è prevedibile un’imminente ondata di freddo proveniente dal nord-est, dato che ci vorrebbe un tempo considerevole per raffreddare la vasta estensione della Russia. Tuttavia, si prevede l’attivazione di una corrente chiamata Buran, un vento che solitamente soffia da est durante l’inverno.
Il Buran farà la sua comparsa a settembre, un periodo in cui non ci aspettiamo un’ondata di freddo. Questo vento porterà con sé un conflitto tra masse d’aria fredda e secca e le acque calde del Mar Mediterraneo, causando una bassa pressione sul Mar Tirreno e dando origine a nubi persistenti e forti precipitazioni. Le zone più colpite sembrano essere quelle adriatiche, a partire dall’Emilia-Romagna e proseguendo verso sud. Queste previsioni meteorologiche, tuttavia, potrebbero variare giorno per giorno. Le aree adriatiche, che hanno sofferto di siccità, potrebbero beneficiare di queste piogge, che potrebbero estendersi anche alla parte orientale della Sicilia. Tuttavia, è prudente non dichiarare prematuramente la fine della siccità.
Le precipitazioni previste per l’Italia orientale potrebbero essere eccessive, a causa delle elevate temperature dei mari che potrebbero portare a un accumulo di umidità e quindi a piogge persistenti e potenzialmente estreme. L’Emilia-Romagna, una regione che fino a poco tempo fa non sembrava così esposta, si troverà a dover affrontare una situazione critica, come evidenziato dagli studi idrogeologici che rivelano una forte vulnerabilità alle alluvioni.
Non stiamo parlando di alluvioni di neve, ma dei rischi legati a eccessive precipitazioni piovose, soprattutto nelle zone appenniniche.
Il Buran non porterà l’inverno in piena regola, ma determinerà un calo delle temperature rispetto alla media per diversi giorni, influenzando un mese di settembre che era iniziato con un’ondata di calore anomala. Quello che sembrava un passaggio verso un autunno tropicale sta svanendo con l’arrivo di questa ondata di freddo, che purtroppo terminerà con il ritorno di correnti più calde. Il Mar Mediterraneo, attualmente molto caldo, perderà parte del calore accumulato, ma le temperature resteranno sopra la media a causa del riscaldamento globale, che ha influenzato anche le temperature sottomarine.
Nonostante le variazioni meteorologiche, il Mediterraneo continuerà a registrare temperature superiori alla media, anche quando i valori caleranno a causa del maltempo e del fresco fuori stagione. In montagna potrebbe tornare la neve, ma l’ondata di freddo si sta esaurendo. Le correnti provenienti da nord-est non sono più fredde come all’inizio, quando provenivano dall’Artico, e quindi non porteranno nuove nevicate sotto i 1000 metri, come recentemente avvenuto nel Friuli-Venezia Giulia. Quindi, la neve cadrà solo a quote elevate.
L’autunno si preannuncia molto diverso dal solito, poiché normalmente l’arrivo delle correnti oceaniche segna un cambiamento stagionale. Invece, il vento proveniente dalla Siberia provoca una bassa pressione sul Tirreno, un fenomeno che di solito si verifica in pieno inverno, come accaduto durante le grandi nevicate che hanno segnato la storia italiana nell’ultimo secolo.
Stiamo vivendo una fase storica di calore in questo periodo di metà settembre, con l’Europa orientale e il Circolo Polare Artico che registrano temperature estive mai viste negli ultimi decenni. Nonostante ciò, non è prevedibile un’imminente ondata di freddo proveniente dal nord-est, dato che ci vorrebbe un tempo considerevole per raffreddare la vasta estensione della Russia. Tuttavia, si prevede l’attivazione di una corrente chiamata Buran, un vento che solitamente soffia da est durante l’inverno.
Il Buran farà la sua comparsa a settembre, un periodo in cui non ci aspettiamo un’ondata di freddo. Questo vento porterà con sé un conflitto tra masse d’aria fredda e secca e le acque calde del Mar Mediterraneo, causando una bassa pressione sul Mar Tirreno e dando origine a nubi persistenti e forti precipitazioni. Le zone più colpite sembrano essere quelle adriatiche, a partire dall’Emilia-Romagna e proseguendo verso sud. Queste previsioni meteorologiche, tuttavia, potrebbero variare giorno per giorno. Le aree adriatiche, che hanno sofferto di siccità, potrebbero beneficiare di queste piogge, che potrebbero estendersi anche alla parte orientale della Sicilia. Tuttavia, è prudente non dichiarare prematuramente la fine della siccità.
Le precipitazioni previste per l’Italia orientale potrebbero essere eccessive, a causa delle elevate temperature dei mari che potrebbero portare a un accumulo di umidità e quindi a piogge persistenti e potenzialmente estreme. L’Emilia-Romagna, una regione che fino a poco tempo fa non sembrava così esposta, si troverà a dover affrontare una situazione critica, come evidenziato dagli studi idrogeologici che rivelano una forte vulnerabilità alle alluvioni.
Non stiamo parlando di alluvioni di neve, ma dei rischi legati a eccessive precipitazioni piovose, soprattutto nelle zone appenniniche.
Il Buran non porterà l’inverno in piena regola, ma determinerà un calo delle temperature rispetto alla media per diversi giorni, influenzando un mese di settembre che era iniziato con un’ondata di calore anomala. Quello che sembrava un passaggio verso un autunno tropicale sta svanendo con l’arrivo di questa ondata di freddo, che purtroppo terminerà con il ritorno di correnti più calde. Il Mar Mediterraneo, attualmente molto caldo, perderà parte del calore accumulato, ma le temperature resteranno sopra la media a causa del riscaldamento globale, che ha influenzato anche le temperature sottomarine.
Nonostante le variazioni meteorologiche, il Mediterraneo continuerà a registrare temperature superiori alla media, anche quando i valori caleranno a causa del maltempo e del fresco fuori stagione. In montagna potrebbe tornare la neve, ma l’ondata di freddo si sta esaurendo. Le correnti provenienti da nord-est non sono più fredde come all’inizio, quando provenivano dall’Artico, e quindi non porteranno nuove nevicate sotto i 1000 metri, come recentemente avvenuto nel Friuli-Venezia Giulia. Quindi, la neve cadrà solo a quote elevate.
L’autunno si preannuncia molto diverso dal solito, poiché normalmente l’arrivo delle correnti oceaniche segna un cambiamento stagionale. Invece, il vento proveniente dalla Siberia provoca una bassa pressione sul Tirreno, un fenomeno che di solito si verifica in pieno inverno, come accaduto durante le grandi nevicate che hanno segnato la storia italiana nell’ultimo secolo.
Stiamo vivendo una fase storica di calore in questo periodo di metà settembre, con l’Europa orientale e il Circolo Polare Artico che registrano temperature estive mai viste negli ultimi decenni. Nonostante ciò, non è prevedibile un’imminente ondata di freddo proveniente dal nord-est, dato che ci vorrebbe un tempo considerevole per raffreddare la vasta estensione della Russia. Tuttavia, si prevede l’attivazione di una corrente chiamata Buran, un vento che solitamente soffia da est durante l’inverno.
Il Buran farà la sua comparsa a settembre, un periodo in cui non ci aspettiamo un’ondata di freddo. Questo vento porterà con sé un conflitto tra masse d’aria fredda e secca e le acque calde del Mar Mediterraneo, causando una bassa pressione sul Mar Tirreno e dando origine a nubi persistenti e forti precipitazioni. Le zone più colpite sembrano essere quelle adriatiche, a partire dall’Emilia-Romagna e proseguendo verso sud. Queste previsioni meteorologiche, tuttavia, potrebbero variare giorno per giorno. Le aree adriatiche, che hanno sofferto di siccità, potrebbero beneficiare di queste piogge, che potrebbero estendersi anche alla parte orientale della Sicilia. Tuttavia, è prudente non dichiarare prematuramente la fine della siccità.
Le precipitazioni previste per l’Italia orientale potrebbero essere eccessive, a causa delle elevate temperature dei mari che potrebbero portare a un accumulo di umidità e quindi a piogge persistenti e potenzialmente estreme. L’Emilia-Romagna, una regione che fino a poco tempo fa non sembrava così esposta, si troverà a dover affrontare una situazione critica, come evidenziato dagli studi idrogeologici che rivelano una forte vulnerabilità alle alluvioni.
Non stiamo parlando di alluvioni di neve, ma dei rischi legati a eccessive precipitazioni piovose, soprattutto nelle zone appenniniche.
Il Buran non porterà l’inverno in piena regola, ma determinerà un calo delle temperature rispetto alla media per diversi giorni, influenzando un mese di settembre che era iniziato con un’ondata di calore anomala. Quello che sembrava un passaggio verso un autunno tropicale sta svanendo con l’arrivo di questa ondata di freddo, che purtroppo terminerà con il ritorno di correnti più calde. Il Mar Mediterraneo, attualmente molto caldo, perderà parte del calore accumulato, ma le temperature resteranno sopra la media a causa del riscaldamento globale, che ha influenzato anche le temperature sottomarine.
Nonostante le variazioni meteorologiche, il Mediterraneo continuerà a registrare temperature superiori alla media, anche quando i valori caleranno a causa del maltempo e del fresco fuori stagione. In montagna potrebbe tornare la neve, ma l’ondata di freddo si sta esaurendo. Le correnti provenienti da nord-est non sono più fredde come all’inizio, quando provenivano dall’Artico, e quindi non porteranno nuove nevicate sotto i 1000 metri, come recentemente avvenuto nel Friuli-Venezia Giulia. Quindi, la neve cadrà solo a quote elevate.
L’autunno si preannuncia molto diverso dal solito, poiché normalmente l’arrivo delle correnti oceaniche segna un cambiamento stagionale. Invece, il vento proveniente dalla Siberia provoca una bassa pressione sul Tirreno, un fenomeno che di solito si verifica in pieno inverno, come accaduto durante le grandi nevicate che hanno segnato la storia italiana nell’ultimo secolo.
Stiamo vivendo una fase storica di calore in questo periodo di metà settembre, con l’Europa orientale e il Circolo Polare Artico che registrano temperature estive mai viste negli ultimi decenni. Nonostante ciò, non è prevedibile un’imminente ondata di freddo proveniente dal nord-est, dato che ci vorrebbe un tempo considerevole per raffreddare la vasta estensione della Russia. Tuttavia, si prevede l’attivazione di una corrente chiamata Buran, un vento che solitamente soffia da est durante l’inverno.
Il Buran farà la sua comparsa a settembre, un periodo in cui non ci aspettiamo un’ondata di freddo. Questo vento porterà con sé un conflitto tra masse d’aria fredda e secca e le acque calde del Mar Mediterraneo, causando una bassa pressione sul Mar Tirreno e dando origine a nubi persistenti e forti precipitazioni. Le zone più colpite sembrano essere quelle adriatiche, a partire dall’Emilia-Romagna e proseguendo verso sud. Queste previsioni meteorologiche, tuttavia, potrebbero variare giorno per giorno. Le aree adriatiche, che hanno sofferto di siccità, potrebbero beneficiare di queste piogge, che potrebbero estendersi anche alla parte orientale della Sicilia. Tuttavia, è prudente non dichiarare prematuramente la fine della siccità.
Le precipitazioni previste per l’Italia orientale potrebbero essere eccessive, a causa delle elevate temperature dei mari che potrebbero portare a un accumulo di umidità e quindi a piogge persistenti e potenzialmente estreme. L’Emilia-Romagna, una regione che fino a poco tempo fa non sembrava così esposta, si troverà a dover affrontare una situazione critica, come evidenziato dagli studi idrogeologici che rivelano una forte vulnerabilità alle alluvioni.
Non stiamo parlando di alluvioni di neve, ma dei rischi legati a eccessive precipitazioni piovose, soprattutto nelle zone appenniniche.
Il Buran non porterà l’inverno in piena regola, ma determinerà un calo delle temperature rispetto alla media per diversi giorni, influenzando un mese di settembre che era iniziato con un’ondata di calore anomala. Quello che sembrava un passaggio verso un autunno tropicale sta svanendo con l’arrivo di questa ondata di freddo, che purtroppo terminerà con il ritorno di correnti più calde. Il Mar Mediterraneo, attualmente molto caldo, perderà parte del calore accumulato, ma le temperature resteranno sopra la media a causa del riscaldamento globale, che ha influenzato anche le temperature sottomarine.
Nonostante le variazioni meteorologiche, il Mediterraneo continuerà a registrare temperature superiori alla media, anche quando i valori caleranno a causa del maltempo e del fresco fuori stagione. In montagna potrebbe tornare la neve, ma l’ondata di freddo si sta esaurendo. Le correnti provenienti da nord-est non sono più fredde come all’inizio, quando provenivano dall’Artico, e quindi non porteranno nuove nevicate sotto i 1000 metri, come recentemente avvenuto nel Friuli-Venezia Giulia. Quindi, la neve cadrà solo a quote elevate.
L’autunno si preannuncia molto diverso dal solito, poiché normalmente l’arrivo delle correnti oceaniche segna un cambiamento stagionale. Invece, il vento proveniente dalla Siberia provoca una bassa pressione sul Tirreno, un fenomeno che di solito si verifica in pieno inverno, come accaduto durante le grandi nevicate che hanno segnato la storia italiana nell’ultimo secolo.
Stiamo vivendo una fase storica di calore in questo periodo di metà settembre, con l’Europa orientale e il Circolo Polare Artico che registrano temperature estive mai viste negli ultimi decenni. Nonostante ciò, non è prevedibile un’imminente ondata di freddo proveniente dal nord-est, dato che ci vorrebbe un tempo considerevole per raffreddare la vasta estensione della Russia. Tuttavia, si prevede l’attivazione di una corrente chiamata Buran, un vento che solitamente soffia da est durante l’inverno.
Il Buran farà la sua comparsa a settembre, un periodo in cui non ci aspettiamo un’ondata di freddo. Questo vento porterà con sé un conflitto tra masse d’aria fredda e secca e le acque calde del Mar Mediterraneo, causando una bassa pressione sul Mar Tirreno e dando origine a nubi persistenti e forti precipitazioni. Le zone più colpite sembrano essere quelle adriatiche, a partire dall’Emilia-Romagna e proseguendo verso sud. Queste previsioni meteorologiche, tuttavia, potrebbero variare giorno per giorno. Le aree adriatiche, che hanno sofferto di siccità, potrebbero beneficiare di queste piogge, che potrebbero estendersi anche alla parte orientale della Sicilia. Tuttavia, è prudente non dichiarare prematuramente la fine della siccità.
Le precipitazioni previste per l’Italia orientale potrebbero essere eccessive, a causa delle elevate temperature dei mari che potrebbero portare a un accumulo di umidità e quindi a piogge persistenti e potenzialmente estreme. L’Emilia-Romagna, una regione che fino a poco tempo fa non sembrava così esposta, si troverà a dover affrontare una situazione critica, come evidenziato dagli studi idrogeologici che rivelano una forte vulnerabilità alle alluvioni.
Non stiamo parlando di alluvioni di neve, ma dei rischi legati a eccessive precipitazioni piovose, soprattutto nelle zone appenniniche.
Il Buran non porterà l’inverno in piena regola, ma determinerà un calo delle temperature rispetto alla media per diversi giorni, influenzando un mese di settembre che era iniziato con un’ondata di calore anomala. Quello che sembrava un passaggio verso un autunno tropicale sta svanendo con l’arrivo di questa ondata di freddo, che purtroppo terminerà con il ritorno di correnti più calde. Il Mar Mediterraneo, attualmente molto caldo, perderà parte del calore accumulato, ma le temperature resteranno sopra la media a causa del riscaldamento globale, che ha influenzato anche le temperature sottomarine.
Nonostante le variazioni meteorologiche, il Mediterraneo continuerà a registrare temperature superiori alla media, anche quando i valori caleranno a causa del maltempo e del fresco fuori stagione. In montagna potrebbe tornare la neve, ma l’ondata di freddo si sta esaurendo. Le correnti provenienti da nord-est non sono più fredde come all’inizio, quando provenivano dall’Artico, e quindi non porteranno nuove nevicate sotto i 1000 metri, come recentemente avvenuto nel Friuli-Venezia Giulia. Quindi, la neve cadrà solo a quote elevate.
L’autunno si preannuncia molto diverso dal solito, poiché normalmente l’arrivo delle correnti oceaniche segna un cambiamento stagionale. Invece, il vento proveniente dalla Siberia provoca una bassa pressione sul Tirreno, un fenomeno che di solito si verifica in pieno inverno, come accaduto durante le grandi nevicate che hanno segnato la storia italiana nell’ultimo secolo.
Stiamo vivendo una fase storica di calore in questo periodo di metà settembre, con l’Europa orientale e il Circolo Polare Artico che registrano temperature estive mai viste negli ultimi decenni. Nonostante ciò, non è prevedibile un’imminente ondata di freddo proveniente dal nord-est, dato che ci vorrebbe un tempo considerevole per raffreddare la vasta estensione della Russia. Tuttavia, si prevede l’attivazione di una corrente chiamata Buran, un vento che solitamente soffia da est durante l’inverno.
Il Buran farà la sua comparsa a settembre, un periodo in cui non ci aspettiamo un’ondata di freddo. Questo vento porterà con sé un conflitto tra masse d’aria fredda e secca e le acque calde del Mar Mediterraneo, causando una bassa pressione sul Mar Tirreno e dando origine a nubi persistenti e forti precipitazioni. Le zone più colpite sembrano essere quelle adriatiche, a partire dall’Emilia-Romagna e proseguendo verso sud. Queste previsioni meteorologiche, tuttavia, potrebbero variare giorno per giorno. Le aree adriatiche, che hanno sofferto di siccità, potrebbero beneficiare di queste piogge, che potrebbero estendersi anche alla parte orientale della Sicilia. Tuttavia, è prudente non dichiarare prematuramente la fine della siccità.
Le precipitazioni previste per l’Italia orientale potrebbero essere eccessive, a causa delle elevate temperature dei mari che potrebbero portare a un accumulo di umidità e quindi a piogge persistenti e potenzialmente estreme. L’Emilia-Romagna, una regione che fino a poco tempo fa non sembrava così esposta, si troverà a dover affrontare una situazione critica, come evidenziato dagli studi idrogeologici che rivelano una forte vulnerabilità alle alluvioni.
Non stiamo parlando di alluvioni di neve, ma dei rischi legati a eccessive precipitazioni piovose, soprattutto nelle zone appenniniche.
Il Buran non porterà l’inverno in piena regola, ma determinerà un calo delle temperature rispetto alla media per diversi giorni, influenzando un mese di settembre che era iniziato con un’ondata di calore anomala. Quello che sembrava un passaggio verso un autunno tropicale sta svanendo con l’arrivo di questa ondata di freddo, che purtroppo terminerà con il ritorno di correnti più calde. Il Mar Mediterraneo, attualmente molto caldo, perderà parte del calore accumulato, ma le temperature resteranno sopra la media a causa del riscaldamento globale, che ha influenzato anche le temperature sottomarine.
Nonostante le variazioni meteorologiche, il Mediterraneo continuerà a registrare temperature superiori alla media, anche quando i valori caleranno a causa del maltempo e del fresco fuori stagione. In montagna potrebbe tornare la neve, ma l’ondata di freddo si sta esaurendo. Le correnti provenienti da nord-est non sono più fredde come all’inizio, quando provenivano dall’Artico, e quindi non porteranno nuove nevicate sotto i 1000 metri, come recentemente avvenuto nel Friuli-Venezia Giulia. Quindi, la neve cadrà solo a quote elevate.
L’autunno si preannuncia molto diverso dal solito, poiché normalmente l’arrivo delle correnti oceaniche segna un cambiamento stagionale. Invece, il vento proveniente dalla Siberia provoca una bassa pressione sul Tirreno, un fenomeno che di solito si verifica in pieno inverno, come accaduto durante le grandi nevicate che hanno segnato la storia italiana nell’ultimo secolo.
Stiamo vivendo una fase storica di calore in questo periodo di metà settembre, con l’Europa orientale e il Circolo Polare Artico che registrano temperature estive mai viste negli ultimi decenni. Nonostante ciò, non è prevedibile un’imminente ondata di freddo proveniente dal nord-est, dato che ci vorrebbe un tempo considerevole per raffreddare la vasta estensione della Russia. Tuttavia, si prevede l’attivazione di una corrente chiamata Buran, un vento che solitamente soffia da est durante l’inverno.
Il Buran farà la sua comparsa a settembre, un periodo in cui non ci aspettiamo un’ondata di freddo. Questo vento porterà con sé un conflitto tra masse d’aria fredda e secca e le acque calde del Mar Mediterraneo, causando una bassa pressione sul Mar Tirreno e dando origine a nubi persistenti e forti precipitazioni. Le zone più colpite sembrano essere quelle adriatiche, a partire dall’Emilia-Romagna e proseguendo verso sud. Queste previsioni meteorologiche, tuttavia, potrebbero variare giorno per giorno. Le aree adriatiche, che hanno sofferto di siccità, potrebbero beneficiare di queste piogge, che potrebbero estendersi anche alla parte orientale della Sicilia. Tuttavia, è prudente non dichiarare prematuramente la fine della siccità.
Le precipitazioni previste per l’Italia orientale potrebbero essere eccessive, a causa delle elevate temperature dei mari che potrebbero portare a un accumulo di umidità e quindi a piogge persistenti e potenzialmente estreme. L’Emilia-Romagna, una regione che fino a poco tempo fa non sembrava così esposta, si troverà a dover affrontare una situazione critica, come evidenziato dagli studi idrogeologici che rivelano una forte vulnerabilità alle alluvioni.
Non stiamo parlando di alluvioni di neve, ma dei rischi legati a eccessive precipitazioni piovose, soprattutto nelle zone appenniniche.
Il Buran non porterà l’inverno in piena regola, ma determinerà un calo delle temperature rispetto alla media per diversi giorni, influenzando un mese di settembre che era iniziato con un’ondata di calore anomala. Quello che sembrava un passaggio verso un autunno tropicale sta svanendo con l’arrivo di questa ondata di freddo, che purtroppo terminerà con il ritorno di correnti più calde. Il Mar Mediterraneo, attualmente molto caldo, perderà parte del calore accumulato, ma le temperature resteranno sopra la media a causa del riscaldamento globale, che ha influenzato anche le temperature sottomarine.
Nonostante le variazioni meteorologiche, il Mediterraneo continuerà a registrare temperature superiori alla media, anche quando i valori caleranno a causa del maltempo e del fresco fuori stagione. In montagna potrebbe tornare la neve, ma l’ondata di freddo si sta esaurendo. Le correnti provenienti da nord-est non sono più fredde come all’inizio, quando provenivano dall’Artico, e quindi non porteranno nuove nevicate sotto i 1000 metri, come recentemente avvenuto nel Friuli-Venezia Giulia. Quindi, la neve cadrà solo a quote elevate.
L’autunno si preannuncia molto diverso dal solito, poiché normalmente l’arrivo delle correnti oceaniche segna un cambiamento stagionale. Invece, il vento proveniente dalla Siberia provoca una bassa pressione sul Tirreno, un fenomeno che di solito si verifica in pieno inverno, come accaduto durante le grandi nevicate che hanno segnato la storia italiana nell’ultimo secolo.
Stiamo vivendo una fase storica di calore in questo periodo di metà settembre, con l’Europa orientale e il Circolo Polare Artico che registrano temperature estive mai viste negli ultimi decenni. Nonostante ciò, non è prevedibile un’imminente ondata di freddo proveniente dal nord-est, dato che ci vorrebbe un tempo considerevole per raffreddare la vasta estensione della Russia. Tuttavia, si prevede l’attivazione di una corrente chiamata Buran, un vento che solitamente soffia da est durante l’inverno.
Il Buran farà la sua comparsa a settembre, un periodo in cui non ci aspettiamo un’ondata di freddo. Questo vento porterà con sé un conflitto tra masse d’aria fredda e secca e le acque calde del Mar Mediterraneo, causando una bassa pressione sul Mar Tirreno e dando origine a nubi persistenti e forti precipitazioni. Le zone più colpite sembrano essere quelle adriatiche, a partire dall’Emilia-Romagna e proseguendo verso sud. Queste previsioni meteorologiche, tuttavia, potrebbero variare giorno per giorno. Le aree adriatiche, che hanno sofferto di siccità, potrebbero beneficiare di queste piogge, che potrebbero estendersi anche alla parte orientale della Sicilia. Tuttavia, è prudente non dichiarare prematuramente la fine della siccità.
Le precipitazioni previste per l’Italia orientale potrebbero essere eccessive, a causa delle elevate temperature dei mari che potrebbero portare a un accumulo di umidità e quindi a piogge persistenti e potenzialmente estreme. L’Emilia-Romagna, una regione che fino a poco tempo fa non sembrava così esposta, si troverà a dover affrontare una situazione critica, come evidenziato dagli studi idrogeologici che rivelano una forte vulnerabilità alle alluvioni.
Non stiamo parlando di alluvioni di neve, ma dei rischi legati a eccessive precipitazioni piovose, soprattutto nelle zone appenniniche.
Il Buran non porterà l’inverno in piena regola, ma determinerà un calo delle temperature rispetto alla media per diversi giorni, influenzando un mese di settembre che era iniziato con un’ondata di calore anomala. Quello che sembrava un passaggio verso un autunno tropicale sta svanendo con l’arrivo di questa ondata di freddo, che purtroppo terminerà con il ritorno di correnti più calde. Il Mar Mediterraneo, attualmente molto caldo, perderà parte del calore accumulato, ma le temperature resteranno sopra la media a causa del riscaldamento globale, che ha influenzato anche le temperature sottomarine.
Nonostante le variazioni meteorologiche, il Mediterraneo continuerà a registrare temperature superiori alla media, anche quando i valori caleranno a causa del maltempo e del fresco fuori stagione. In montagna potrebbe tornare la neve, ma l’ondata di freddo si sta esaurendo. Le correnti provenienti da nord-est non sono più fredde come all’inizio, quando provenivano dall’Artico, e quindi non porteranno nuove nevicate sotto i 1000 metri, come recentemente avvenuto nel Friuli-Venezia Giulia. Quindi, la neve cadrà solo a quote elevate.
L’autunno si preannuncia molto diverso dal solito, poiché normalmente l’arrivo delle correnti oceaniche segna un cambiamento stagionale. Invece, il vento proveniente dalla Siberia provoca una bassa pressione sul Tirreno, un fenomeno che di solito si verifica in pieno inverno, come accaduto durante le grandi nevicate che hanno segnato la storia italiana nell’ultimo secolo.
Stiamo vivendo una fase storica di calore in questo periodo di metà settembre, con l’Europa orientale e il Circolo Polare Artico che registrano temperature estive mai viste negli ultimi decenni. Nonostante ciò, non è prevedibile un’imminente ondata di freddo proveniente dal nord-est, dato che ci vorrebbe un tempo considerevole per raffreddare la vasta estensione della Russia. Tuttavia, si prevede l’attivazione di una corrente chiamata Buran, un vento che solitamente soffia da est durante l’inverno.
Il Buran farà la sua comparsa a settembre, un periodo in cui non ci aspettiamo un’ondata di freddo. Questo vento porterà con sé un conflitto tra masse d’aria fredda e secca e le acque calde del Mar Mediterraneo, causando una bassa pressione sul Mar Tirreno e dando origine a nubi persistenti e forti precipitazioni. Le zone più colpite sembrano essere quelle adriatiche, a partire dall’Emilia-Romagna e proseguendo verso sud. Queste previsioni meteorologiche, tuttavia, potrebbero variare giorno per giorno. Le aree adriatiche, che hanno sofferto di siccità, potrebbero beneficiare di queste piogge, che potrebbero estendersi anche alla parte orientale della Sicilia. Tuttavia, è prudente non dichiarare prematuramente la fine della siccità.
Le precipitazioni previste per l’Italia orientale potrebbero essere eccessive, a causa delle elevate temperature dei mari che potrebbero portare a un accumulo di umidità e quindi a piogge persistenti e potenzialmente estreme. L’Emilia-Romagna, una regione che fino a poco tempo fa non sembrava così esposta, si troverà a dover affrontare una situazione critica, come evidenziato dagli studi idrogeologici che rivelano una forte vulnerabilità alle alluvioni.
Non stiamo parlando di alluvioni di neve, ma dei rischi legati a eccessive precipitazioni piovose, soprattutto nelle zone appenniniche.
Il Buran non porterà l’inverno in piena regola, ma determinerà un calo delle temperature rispetto alla media per diversi giorni, influenzando un mese di settembre che era iniziato con un’ondata di calore anomala. Quello che sembrava un passaggio verso un autunno tropicale sta svanendo con l’arrivo di questa ondata di freddo, che purtroppo terminerà con il ritorno di correnti più calde. Il Mar Mediterraneo, attualmente molto caldo, perderà parte del calore accumulato, ma le temperature resteranno sopra la media a causa del riscaldamento globale, che ha influenzato anche le temperature sottomarine.
Nonostante le variazioni meteorologiche, il Mediterraneo continuerà a registrare temperature superiori alla media, anche quando i valori caleranno a causa del maltempo e del fresco fuori stagione. In montagna potrebbe tornare la neve, ma l’ondata di freddo si sta esaurendo. Le correnti provenienti da nord-est non sono più fredde come all’inizio, quando provenivano dall’Artico, e quindi non porteranno nuove nevicate sotto i 1000 metri, come recentemente avvenuto nel Friuli-Venezia Giulia. Quindi, la neve cadrà solo a quote elevate.
L’autunno si preannuncia molto diverso dal solito, poiché normalmente l’arrivo delle correnti oceaniche segna un cambiamento stagionale. Invece, il vento proveniente dalla Siberia provoca una bassa pressione sul Tirreno, un fenomeno che di solito si verifica in pieno inverno, come accaduto durante le grandi nevicate che hanno segnato la storia italiana nell’ultimo secolo.
Stiamo vivendo una fase storica di calore in questo periodo di metà settembre, con l’Europa orientale e il Circolo Polare Artico che registrano temperature estive mai viste negli ultimi decenni. Nonostante ciò, non è prevedibile un’imminente ondata di freddo proveniente dal nord-est, dato che ci vorrebbe un tempo considerevole per raffreddare la vasta estensione della Russia. Tuttavia, si prevede l’attivazione di una corrente chiamata Buran, un vento che solitamente soffia da est durante l’inverno.
Il Buran farà la sua comparsa a settembre, un periodo in cui non ci aspettiamo un’ondata di freddo. Questo vento porterà con sé un conflitto tra masse d’aria fredda e secca e le acque calde del Mar Mediterraneo, causando una bassa pressione sul Mar Tirreno e dando origine a nubi persistenti e forti precipitazioni. Le zone più colpite sembrano essere quelle adriatiche, a partire dall’Emilia-Romagna e proseguendo verso sud. Queste previsioni meteorologiche, tuttavia, potrebbero variare giorno per giorno. Le aree adriatiche, che hanno sofferto di siccità, potrebbero beneficiare di queste piogge, che potrebbero estendersi anche alla parte orientale della Sicilia. Tuttavia, è prudente non dichiarare prematuramente la fine della siccità.
Le precipitazioni previste per l’Italia orientale potrebbero essere eccessive, a causa delle elevate temperature dei mari che potrebbero portare a un accumulo di umidità e quindi a piogge persistenti e potenzialmente estreme. L’Emilia-Romagna, una regione che fino a poco tempo fa non sembrava così esposta, si troverà a dover affrontare una situazione critica, come evidenziato dagli studi idrogeologici che rivelano una forte vulnerabilità alle alluvioni.
Non stiamo parlando di alluvioni di neve, ma dei rischi legati a eccessive precipitazioni piovose, soprattutto nelle zone appenniniche.
Il Buran non porterà l’inverno in piena regola, ma determinerà un calo delle temperature rispetto alla media per diversi giorni, influenzando un mese di settembre che era iniziato con un’ondata di calore anomala. Quello che sembrava un passaggio verso un autunno tropicale sta svanendo con l’arrivo di questa ondata di freddo, che purtroppo terminerà con il ritorno di correnti più calde. Il Mar Mediterraneo, attualmente molto caldo, perderà parte del calore accumulato, ma le temperature resteranno sopra la media a causa del riscaldamento globale, che ha influenzato anche le temperature sottomarine.
Nonostante le variazioni meteorologiche, il Mediterraneo continuerà a registrare temperature superiori alla media, anche quando i valori caleranno a causa del maltempo e del fresco fuori stagione. In montagna potrebbe tornare la neve, ma l’ondata di freddo si sta esaurendo. Le correnti provenienti da nord-est non sono più fredde come all’inizio, quando provenivano dall’Artico, e quindi non porteranno nuove nevicate sotto i 1000 metri, come recentemente avvenuto nel Friuli-Venezia Giulia. Quindi, la neve cadrà solo a quote elevate.
L’autunno si preannuncia molto diverso dal solito, poiché normalmente l’arrivo delle correnti oceaniche segna un cambiamento stagionale. Invece, il vento proveniente dalla Siberia provoca una bassa pressione sul Tirreno, un fenomeno che di solito si verifica in pieno inverno, come accaduto durante le grandi nevicate che hanno segnato la storia italiana nell’ultimo secolo.
Stiamo vivendo una fase storica di calore in questo periodo di metà settembre, con l’Europa orientale e il Circolo Polare Artico che registrano temperature estive mai viste negli ultimi decenni. Nonostante ciò, non è prevedibile un’imminente ondata di freddo proveniente dal nord-est, dato che ci vorrebbe un tempo considerevole per raffreddare la vasta estensione della Russia. Tuttavia, si prevede l’attivazione di una corrente chiamata Buran, un vento che solitamente soffia da est durante l’inverno.
Il Buran farà la sua comparsa a settembre, un periodo in cui non ci aspettiamo un’ondata di freddo. Questo vento porterà con sé un conflitto tra masse d’aria fredda e secca e le acque calde del Mar Mediterraneo, causando una bassa pressione sul Mar Tirreno e dando origine a nubi persistenti e forti precipitazioni. Le zone più colpite sembrano essere quelle adriatiche, a partire dall’Emilia-Romagna e proseguendo verso sud. Queste previsioni meteorologiche, tuttavia, potrebbero variare giorno per giorno. Le aree adriatiche, che hanno sofferto di siccità, potrebbero beneficiare di queste piogge, che potrebbero estendersi anche alla parte orientale della Sicilia. Tuttavia, è prudente non dichiarare prematuramente la fine della siccità.
Le precipitazioni previste per l’Italia orientale potrebbero essere eccessive, a causa delle elevate temperature dei mari che potrebbero portare a un accumulo di umidità e quindi a piogge persistenti e potenzialmente estreme. L’Emilia-Romagna, una regione che fino a poco tempo fa non sembrava così esposta, si troverà a dover affrontare una situazione critica, come evidenziato dagli studi idrogeologici che rivelano una forte vulnerabilità alle alluvioni.
Non stiamo parlando di alluvioni di neve, ma dei rischi legati a eccessive precipitazioni piovose, soprattutto nelle zone appenniniche.
Il Buran non porterà l’inverno in piena regola, ma determinerà un calo delle temperature rispetto alla media per diversi giorni, influenzando un mese di settembre che era iniziato con un’ondata di calore anomala. Quello che sembrava un passaggio verso un autunno tropicale sta svanendo con l’arrivo di questa ondata di freddo, che purtroppo terminerà con il ritorno di correnti più calde. Il Mar Mediterraneo, attualmente molto caldo, perderà parte del calore accumulato, ma le temperature resteranno sopra la media a causa del riscaldamento globale, che ha influenzato anche le temperature sottomarine.
Nonostante le variazioni meteorologiche, il Mediterraneo continuerà a registrare temperature superiori alla media, anche quando i valori caleranno a causa del maltempo e del fresco fuori stagione. In montagna potrebbe tornare la neve, ma l’ondata di freddo si sta esaurendo. Le correnti provenienti da nord-est non sono più fredde come all’inizio, quando provenivano dall’Artico, e quindi non porteranno nuove nevicate sotto i 1000 metri, come recentemente avvenuto nel Friuli-Venezia Giulia. Quindi, la neve cadrà solo a quote elevate.
L’autunno si preannuncia molto diverso dal solito, poiché normalmente l’arrivo delle correnti oceaniche segna un cambiamento stagionale. Invece, il vento proveniente dalla Siberia provoca una bassa pressione sul Tirreno, un fenomeno che di solito si verifica in pieno inverno, come accaduto durante le grandi nevicate che hanno segnato la storia italiana nell’ultimo secolo.
Stiamo vivendo una fase storica di calore in questo periodo di metà settembre, con l’Europa orientale e il Circolo Polare Artico che registrano temperature estive mai viste negli ultimi decenni. Nonostante ciò, non è prevedibile un’imminente ondata di freddo proveniente dal nord-est, dato che ci vorrebbe un tempo considerevole per raffreddare la vasta estensione della Russia. Tuttavia, si prevede l’attivazione di una corrente chiamata Buran, un vento che solitamente soffia da est durante l’inverno.
Il Buran farà la sua comparsa a settembre, un periodo in cui non ci aspettiamo un’ondata di freddo. Questo vento porterà con sé un conflitto tra masse d’aria fredda e secca e le acque calde del Mar Mediterraneo, causando una bassa pressione sul Mar Tirreno e dando origine a nubi persistenti e forti precipitazioni. Le zone più colpite sembrano essere quelle adriatiche, a partire dall’Emilia-Romagna e proseguendo verso sud. Queste previsioni meteorologiche, tuttavia, potrebbero variare giorno per giorno. Le aree adriatiche, che hanno sofferto di siccità, potrebbero beneficiare di queste piogge, che potrebbero estendersi anche alla parte orientale della Sicilia. Tuttavia, è prudente non dichiarare prematuramente la fine della siccità.
Le precipitazioni previste per l’Italia orientale potrebbero essere eccessive, a causa delle elevate temperature dei mari che potrebbero portare a un accumulo di umidità e quindi a piogge persistenti e potenzialmente estreme. L’Emilia-Romagna, una regione che fino a poco tempo fa non sembrava così esposta, si troverà a dover affrontare una situazione critica, come evidenziato dagli studi idrogeologici che rivelano una forte vulnerabilità alle alluvioni.
Non stiamo parlando di alluvioni di neve, ma dei rischi legati a eccessive precipitazioni piovose, soprattutto nelle zone appenniniche.
Il Buran non porterà l’inverno in piena regola, ma determinerà un calo delle temperature rispetto alla media per diversi giorni, influenzando un mese di settembre che era iniziato con un’ondata di calore anomala. Quello che sembrava un passaggio verso un autunno tropicale sta svanendo con l’arrivo di questa ondata di freddo, che purtroppo terminerà con il ritorno di correnti più calde. Il Mar Mediterraneo, attualmente molto caldo, perderà parte del calore accumulato, ma le temperature resteranno sopra la media a causa del riscaldamento globale, che ha influenzato anche le temperature sottomarine.
Nonostante le variazioni meteorologiche, il Mediterraneo continuerà a registrare temperature superiori alla media, anche quando i valori caleranno a causa del maltempo e del fresco fuori stagione. In montagna potrebbe tornare la neve, ma l’ondata di freddo si sta esaurendo. Le correnti provenienti da nord-est non sono più fredde come all’inizio, quando provenivano dall’Artico, e quindi non porteranno nuove nevicate sotto i 1000 metri, come recentemente avvenuto nel Friuli-Venezia Giulia. Quindi, la neve cadrà solo a quote elevate.
L’autunno si preannuncia molto diverso dal solito, poiché normalmente l’arrivo delle correnti oceaniche segna un cambiamento stagionale. Invece, il vento proveniente dalla Siberia provoca una bassa pressione sul Tirreno, un fenomeno che di solito si verifica in pieno inverno, come accaduto durante le grandi nevicate che hanno segnato la storia italiana nell’ultimo secolo.
Stiamo vivendo una fase storica di calore in questo periodo di metà settembre, con l’Europa orientale e il Circolo Polare Artico che registrano temperature estive mai viste negli ultimi decenni. Nonostante ciò, non è prevedibile un’imminente ondata di freddo proveniente dal nord-est, dato che ci vorrebbe un tempo considerevole per raffreddare la vasta estensione della Russia. Tuttavia, si prevede l’attivazione di una corrente chiamata Buran, un vento che solitamente soffia da est durante l’inverno.
Il Buran farà la sua comparsa a settembre, un periodo in cui non ci aspettiamo un’ondata di freddo. Questo vento porterà con sé un conflitto tra masse d’aria fredda e secca e le acque calde del Mar Mediterraneo, causando una bassa pressione sul Mar Tirreno e dando origine a nubi persistenti e forti precipitazioni. Le zone più colpite sembrano essere quelle adriatiche, a partire dall’Emilia-Romagna e proseguendo verso sud. Queste previsioni meteorologiche, tuttavia, potrebbero variare giorno per giorno. Le aree adriatiche, che hanno sofferto di siccità, potrebbero beneficiare di queste piogge, che potrebbero estendersi anche alla parte orientale della Sicilia. Tuttavia, è prudente non dichiarare prematuramente la fine della siccità.
Le precipitazioni previste per l’Italia orientale potrebbero essere eccessive, a causa delle elevate temperature dei mari che potrebbero portare a un accumulo di umidità e quindi a piogge persistenti e potenzialmente estreme. L’Emilia-Romagna, una regione che fino a poco tempo fa non sembrava così esposta, si troverà a dover affrontare una situazione critica, come evidenziato dagli studi idrogeologici che rivelano una forte vulnerabilità alle alluvioni.
Non stiamo parlando di alluvioni di neve, ma dei rischi legati a eccessive precipitazioni piovose, soprattutto nelle zone appenniniche.
Il Buran non porterà l’inverno in piena regola, ma determinerà un calo delle temperature rispetto alla media per diversi giorni, influenzando un mese di settembre che era iniziato con un’ondata di calore anomala. Quello che sembrava un passaggio verso un autunno tropicale sta svanendo con l’arrivo di questa ondata di freddo, che purtroppo terminerà con il ritorno di correnti più calde. Il Mar Mediterraneo, attualmente molto caldo, perderà parte del calore accumulato, ma le temperature resteranno sopra la media a causa del riscaldamento globale, che ha influenzato anche le temperature sottomarine.
Nonostante le variazioni meteorologiche, il Mediterraneo continuerà a registrare temperature superiori alla media, anche quando i valori caleranno a causa del maltempo e del fresco fuori stagione. In montagna potrebbe tornare la neve, ma l’ondata di freddo si sta esaurendo. Le correnti provenienti da nord-est non sono più fredde come all’inizio, quando provenivano dall’Artico, e quindi non porteranno nuove nevicate sotto i 1000 metri, come recentemente avvenuto nel Friuli-Venezia Giulia. Quindi, la neve cadrà solo a quote elevate.
L’autunno si preannuncia molto diverso dal solito, poiché normalmente l’arrivo delle correnti oceaniche segna un cambiamento stagionale. Invece, il vento proveniente dalla Siberia provoca una bassa pressione sul Tirreno, un fenomeno che di solito si verifica in pieno inverno, come accaduto durante le grandi nevicate che hanno segnato la storia italiana nell’ultimo secolo.
Stiamo vivendo una fase storica di calore in questo periodo di metà settembre, con l’Europa orientale e il Circolo Polare Artico che registrano temperature estive mai viste negli ultimi decenni. Nonostante ciò, non è prevedibile un’imminente ondata di freddo proveniente dal nord-est, dato che ci vorrebbe un tempo considerevole per raffreddare la vasta estensione della Russia. Tuttavia, si prevede l’attivazione di una corrente chiamata Buran, un vento che solitamente soffia da est durante l’inverno.
Il Buran farà la sua comparsa a settembre, un periodo in cui non ci aspettiamo un’ondata di freddo. Questo vento porterà con sé un conflitto tra masse d’aria fredda e secca e le acque calde del Mar Mediterraneo, causando una bassa pressione sul Mar Tirreno e dando origine a nubi persistenti e forti precipitazioni. Le zone più colpite sembrano essere quelle adriatiche, a partire dall’Emilia-Romagna e proseguendo verso sud. Queste previsioni meteorologiche, tuttavia, potrebbero variare giorno per giorno. Le aree adriatiche, che hanno sofferto di siccità, potrebbero beneficiare di queste piogge, che potrebbero estendersi anche alla parte orientale della Sicilia. Tuttavia, è prudente non dichiarare prematuramente la fine della siccità.
Le precipitazioni previste per l’Italia orientale potrebbero essere eccessive, a causa delle elevate temperature dei mari che potrebbero portare a un accumulo di umidità e quindi a piogge persistenti e potenzialmente estreme. L’Emilia-Romagna, una regione che fino a poco tempo fa non sembrava così esposta, si troverà a dover affrontare una situazione critica, come evidenziato dagli studi idrogeologici che rivelano una forte vulnerabilità alle alluvioni.
Non stiamo parlando di alluvioni di neve, ma dei rischi legati a eccessive precipitazioni piovose, soprattutto nelle zone appenniniche.
Il Buran non porterà l’inverno in piena regola, ma determinerà un calo delle temperature rispetto alla media per diversi giorni, influenzando un mese di settembre che era iniziato con un’ondata di calore anomala. Quello che sembrava un passaggio verso un autunno tropicale sta svanendo con l’arrivo di questa ondata di freddo, che purtroppo terminerà con il ritorno di correnti più calde. Il Mar Mediterraneo, attualmente molto caldo, perderà parte del calore accumulato, ma le temperature resteranno sopra la media a causa del riscaldamento globale, che ha influenzato anche le temperature sottomarine.
Nonostante le variazioni meteorologiche, il Mediterraneo continuerà a registrare temperature superiori alla media, anche quando i valori caleranno a causa del maltempo e del fresco fuori stagione. In montagna potrebbe tornare la neve, ma l’ondata di freddo si sta esaurendo. Le correnti provenienti da nord-est non sono più fredde come all’inizio, quando provenivano dall’Artico, e quindi non porteranno nuove nevicate sotto i 1000 metri, come recentemente avvenuto nel Friuli-Venezia Giulia. Quindi, la neve cadrà solo a quote elevate.
L’autunno si preannuncia molto diverso dal solito, poiché normalmente l’arrivo delle correnti oceaniche segna un cambiamento stagionale. Invece, il vento proveniente dalla Siberia provoca una bassa pressione sul Tirreno, un fenomeno che di solito si verifica in pieno inverno, come accaduto durante le grandi nevicate che hanno segnato la storia italiana nell’ultimo secolo.
Stiamo vivendo una fase storica di calore in questo periodo di metà settembre, con l’Europa orientale e il Circolo Polare Artico che registrano temperature estive mai viste negli ultimi decenni. Nonostante ciò, non è prevedibile un’imminente ondata di freddo proveniente dal nord-est, dato che ci vorrebbe un tempo considerevole per raffreddare la vasta estensione della Russia. Tuttavia, si prevede l’attivazione di una corrente chiamata Buran, un vento che solitamente soffia da est durante l’inverno.
Il Buran farà la sua comparsa a settembre, un periodo in cui non ci aspettiamo un’ondata di freddo. Questo vento porterà con sé un conflitto tra masse d’aria fredda e secca e le acque calde del Mar Mediterraneo, causando una bassa pressione sul Mar Tirreno e dando origine a nubi persistenti e forti precipitazioni. Le zone più colpite sembrano essere quelle adriatiche, a partire dall’Emilia-Romagna e proseguendo verso sud. Queste previsioni meteorologiche, tuttavia, potrebbero variare giorno per giorno. Le aree adriatiche, che hanno sofferto di siccità, potrebbero beneficiare di queste piogge, che potrebbero estendersi anche alla parte orientale della Sicilia. Tuttavia, è prudente non dichiarare prematuramente la fine della siccità.
Le precipitazioni previste per l’Italia orientale potrebbero essere eccessive, a causa delle elevate temperature dei mari che potrebbero portare a un accumulo di umidità e quindi a piogge persistenti e potenzialmente estreme. L’Emilia-Romagna, una regione che fino a poco tempo fa non sembrava così esposta, si troverà a dover affrontare una situazione critica, come evidenziato dagli studi idrogeologici che rivelano una forte vulnerabilità alle alluvioni.
Non stiamo parlando di alluvioni di neve, ma dei rischi legati a eccessive precipitazioni piovose, soprattutto nelle zone appenniniche.
Il Buran non porterà l’inverno in piena regola, ma determinerà un calo delle temperature rispetto alla media per diversi giorni, influenzando un mese di settembre che era iniziato con un’ondata di calore anomala. Quello che sembrava un passaggio verso un autunno tropicale sta svanendo con l’arrivo di questa ondata di freddo, che purtroppo terminerà con il ritorno di correnti più calde. Il Mar Mediterraneo, attualmente molto caldo, perderà parte del calore accumulato, ma le temperature resteranno sopra la media a causa del riscaldamento globale, che ha influenzato anche le temperature sottomarine.
Nonostante le variazioni meteorologiche, il Mediterraneo continuerà a registrare temperature superiori alla media, anche quando i valori caleranno a causa del maltempo e del fresco fuori stagione. In montagna potrebbe tornare la neve, ma l’ondata di freddo si sta esaurendo. Le correnti provenienti da nord-est non sono più fredde come all’inizio, quando provenivano dall’Artico, e quindi non porteranno nuove nevicate sotto i 1000 metri, come recentemente avvenuto nel Friuli-Venezia Giulia. Quindi, la neve cadrà solo a quote elevate.
L’autunno si preannuncia molto diverso dal solito, poiché normalmente l’arrivo delle correnti oceaniche segna un cambiamento stagionale. Invece, il vento proveniente dalla Siberia provoca una bassa pressione sul Tirreno, un fenomeno che di solito si verifica in pieno inverno, come accaduto durante le grandi nevicate che hanno segnato la storia italiana nell’ultimo secolo.