Un Uragano, ovvero un Ciclone che si forma e cresce nelle latitudini Tropicali, può spostarsi verso nord fino a trovarsi ben oltre la sua zona di origine? La risposta è affermativa. In termini calcistici, potremmo chiamarlo un’invasione di campo. Dopotutto, la circolazione atmosferica segue le sue regole e, grazie alla forza di Coriolis causata dalla rotazione terrestre, queste potenti strutture cicloniche, ormai notevolmente indebolite, raggiungono spesso quella parte dell’Oceano Atlantico dove si formano altri tipi di Cicloni, quelli Extra Tropicali, che accompagnano le perturbazioni meteorologiche nelle nostre latitudini.
Il 28 settembre, ben lontano dalle coste atlantiche della Penisola Iberica e a sud-est dell’Isola di Terranova, l’immagine satellitare mostrava chiaramente l’Uragano di categoria 1 chiamato ISAAC oscillare tra due tipiche depressioni oceaniche, sostenuto da una pressione minima di 968 hPa. ISAAC si indebolirà gradualmente, fino a diventare una piccola parte della grande catena di produzione del vivace Vortice Polare. Non costituirà quindi una minaccia per l’Europa. Gli Uragani si formano e si rafforzano nelle acque molto calde dei Tropici, da cui traggono energia, mentre i Cicloni Extratropicali delle nostre latitudini si formano e si rafforzano grazie all’azione combinata di masse d’aria calde e fredde.
ISAAC non influenzerà direttamente le future condizioni meteo che riguarderanno l’Italia, fortunatamente, ma sembra che la porta atlantica sia comunque ben aperta. Questo secondo mese autunnale, Ottobre, inizia sulla stessa linea di Settembre, permettendo alle depressioni legate all’intensa attività vorticosa polare di estendersi con maggiore sicurezza sul Mediterraneo e di generare disturbi meteorologici più significativi in direzione Italia. Il tutto accompagnato da un afflusso di aria decisamente più fresca di origine Polare Marittima, che attenuerà i tentativi di calore prefrontale che interesseranno soprattutto le nostre regioni meridionali. Insomma, un Autunno che si comporta come un Autunno sembra già di per sé una (buona) notizia.
Ne parleremo ancora.