Il meteo estremo e le sue conseguenze
Nonostante le proteste degli appassionati di meteorologia, non possiamo ignorare il fatto che il meteo estremo è una realtà. Ad esempio, oggi in Sicilia e nelle zone interne della Sardegna, la temperatura ha superato i 30 °C, nonostante siamo alla fine di settembre, in pieno autunno, sia dal punto di vista meteorologico che astronomico. Le previsioni meteo per la prima parte di ottobre indicano nuove risalite di aria calda che interesseranno l’Italia, con picchi termici probabilmente vicini ai 35 °C. Per fare alcuni esempi, a Sigonella si sono registrati 33°C, a Catania-Fontanarossa 32°C e a Catania-Sigonella 30°C.
Il cambiamento del meteo
Il meteo è cambiato, e si passa facilmente da una situazione di caldo estremo a una di freddo. Quest’anno, infatti, avremo a favore rapidi raffreddamenti di indici meteorologici, come non succedeva da tempo. Il vortice polare, di cui parliamo ogni anno, si presenta piuttosto debole e non è detto che in seguito si rinforzi. Le previsioni lo danno come flaccido, poco attivo. Infatti, tutte le proiezioni stagionali indicano che ci saranno ampi spostamenti di aria calda verso nord e di aria fredda verso sud.
Il fenomeno del meteo estremo
Un esempio di questo fenomeno sta avvenendo in questi giorni in Groenlandia, dove si sta verificando un’eccezionale ondata di calore. La temperatura minima in una località che rileva i dati da alcuni decenni, censita da enti internazionali, ha raggiunto un minimo di 15 °C, un record perché troppo elevato per quella zona. A metà mese, un’ondata di calore straordinaria aveva interessato la Siberia occidentale fino all’Artico russo, con anomalie di temperatura di 25 °C sopra la norma.
Il meteo in Italia
In Italia siamo passati da un caldo asfissiante a condizioni meteo autunnali che poi, nel corso dei giorni, si sono progressivamente attenuate soprattutto nelle regioni centromeridionali e nelle isole maggiori. Tutto ciò ha provocato un fortissimo scontro tra masse d’aria, che ha innescato la formazione di una bassa pressione sul Mar Tirreno. Questa coincidenza con la formazione di una potente area di alta pressione in Scandinavia ha dirottato l’aria dalla Siberia verso l’Italia. La bassa pressione si è rinforzata, producendo precipitazioni alluvionali dalle Marche fino all’Emilia-Romagna. Tutto questo sembra ormai normale, e criticarlo è facile. Il cambiamento climatico è un fatto conclamato, negarlo è da ignoranti.
Le conseguenze del cambiamento climatico
Anche Google penalizza le fonti che negano i cambiamenti climatici. All’apparenza può sembrare una censura, ma in realtà si tratta di contrastare la disinformazione. In questo modo, si evita di favorire le aziende che continuano a inquinare l’atmosfera, aggravando i cambiamenti climatici. Questi cambiamenti sono meno evidenti da noi rispetto ad aree più fragili, come le regioni polari o le piccole isole dell’Oceano, che stanno vedendo aumentare il livello del mare. Una grande città come Giacarta, che non si trova in una piccola isola, sta gradualmente sprofondando, e l’aumento del livello del mare la pone costantemente a rischio di alluvioni. È già stato progettato di spostare la città in una zona più sicura.
Le previsioni meteo per ottobre
Pertanto, che piaccia o meno, nella prima parte di ottobre ci saranno nuove ondate di caldo, e non si esclude che l’anticiclone africano possa espandersi verso l’Italia, determinando soprattutto nelle regioni centrali e meridionali un periodo di siccità e di grande caldo. Insomma, una sorta di estate tardiva potrebbe essere percepita da chi si troverà in quelle zone. Al contrario, le regioni settentrionali sembrano essere più prossime al flusso oceanico; in queste aree sono previste precipitazioni e temperature più contenute. Tuttavia, a ottobre le cose potrebbero cambiare: vari modelli di previsione a lungo termine indicano un possibile ulteriore espandersi dell’alta pressione africana.
Il caos del meteo
In questo contesto caotico ci saranno anche improvvise intrusioni di aria fredda, brevi ma molto efficaci, che potranno dare origine a fenomeni meteo estremi a causa dei forti contrasti termici. In queste circostanze potrebbe tornare la neve sulle Alpi, ma ciò non significa che la temperatura media mensile sarà inferiore alla norma o che il cambiamento climatico sia finito. È proprio il riscaldamento globale a generare questo caos con sbalzi termici esagerati, poco tipici delle nostre regioni, ma che stanno intensificandosi rispetto al passato.