Un recente studio, pubblicato il 25 settembre sulla rivista Nature e guidato da Pedro DiNezio, climatologo dell’Università del Colorado Boulder, ha lanciato un allarme: se le emissioni di gas serra non verranno ridotte, entro il 2050 potremmo assistere a un incremento della frequenza di eventi estremi di El Niño. Secondo l’analisi, circa la metà degli eventi di El Niño potrebbe diventare estremo entro la metà del secolo, con effetti catastrofici per le società globali.
Il fenomeno El Niño si verifica quando le temperature dell’acqua lungo l’equatore nel Pacifico aumentano di almeno 0,5°C rispetto alla media per un periodo prolungato. Questa variazione, seppur minima, nelle temperature oceaniche può alterare i modelli di vento e le correnti oceaniche, causando anomalie meteorologiche a livello globale, come ondate di calore, inondazioni e siccità.
Quando la temperatura dell’acqua supera i 2°C rispetto alla media, El Niño viene classificato come estremo. Questi eventi estremi hanno conseguenze molto più gravi. Ad esempio, durante l’inverno del 1997-1998, El Niño ha causato precipitazioni record in California, provocando frane che hanno causato numerosi decessi. Nello stesso periodo, circa il 15% delle barriere coralline del mondo è andato perduto a causa del riscaldamento prolungato delle acque.
Secondo DiNezio, l’ultimo El Niño è stato vicino a raggiungere un’intensità estrema, ma prevedere con precisione questi eventi è ancora una sfida, poiché sono influenzati da numerosi fattori complessi. Sebbene precedenti studi suggeriscano che il cambiamento climatico stia intensificando gli eventi meteorologici estremi, non è ancora stato definitivamente confermato se El Niño diventerà più forte con il riscaldamento globale.
La simulazione degli eventi di El Niño
Per approfondire la questione, il team di DiNezio ha simulato gli eventi di El Niño degli ultimi 21.000 anni, dall’apice dell’ultima Era Glaciale, utilizzando modelli informatici. I risultati indicano che, durante i periodi più freddi della storia terrestre, gli eventi estremi di El Niño erano rari, mentre la loro frequenza e intensità sono aumentate con il riscaldamento del pianeta.
I dati del modello sono stati validati confrontandoli con i dati delle temperature oceaniche passate, ottenuti analizzando gusci fossilizzati di foraminiferi, organismi unicellulari presenti negli oceani da milioni di anni. Questi dati storici hanno confermato l’accuratezza delle simulazioni.
Il riscaldamento atmosferico e il feedback di Bjerknes
Lo studio rivela che il riscaldamento atmosferico intensifica un meccanismo noto come feedback di Bjerknes, che amplifica la frequenza e l’intensità degli eventi di El Niño. DiNezio sottolinea l’importanza di ridurre le emissioni di gas serra per limitare il riscaldamento globale e prevenire un aumento degli eventi estremi di El Niño. Inoltre, è essenziale investire in strategie di adattamento, specialmente nelle comunità dei paesi in via di sviluppo, per ridurre l’impatto di questi eventi meteorologici estremi.
La necessità di limitare l’aumento della temperatura globale
i ricercatori richiamano l’attenzione sull’urgenza di limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5°C, per evitare conseguenze catastrofiche.