Le ultime previsioni meteo a lungo raggio indicano con crescente certezza un quadro meteo decisamente gelido per la seconda parte di ottobre. L’autunno sembra essere pronto a entrare in pieno vigore, giorno dopo giorno, favorendo non solo l’arrivo delle consuete disturbi atlantici, che dominano la scena da metà settembre, ma anche le prime incursioni fredde di fine autunno, se non addirittura di carattere invernale.
Proiezioni del modello americano GFS
Il modello americano GFS a lungo termine prevede scenari notevolmente più gelidi dopo metà ottobre, a causa dell’arrivo delle prime significative masse d’aria gelida e di carattere artico sull’Europa. Queste masse d’aria molto più fredde interesseranno principalmente la Scandinavia e l’Europa orientale, dove si prevede una notevole diminuzione delle temperature tra il 15 e il 25 ottobre. Il vortice polare, proprio in questo periodo, tende a rafforzarsi notevolmente rispetto al mese di settembre, assumendo caratteristiche tipicamente invernali sul Polo Nord. Ed è proprio in questo contesto che le prime incursioni fredde possono colpire l’Europa settentrionale, a volte anche l’Europa orientale e le latitudini più basse.
Potenziale ondata di freddo in Italia
Non a caso, nella seconda metà di ottobre, le probabilità di assistere alla prima ondata di freddo di fine autunno in Italia e nella regione balcanica aumenteranno. Secondo gli ultimi aggiornamenti del modello americano GFS, questa incursione fredda potrebbe verificarsi durante la terza decade del mese, ma ovviamente siamo ancora molto lontani dal poter fare una previsione affidabile, soprattutto per quanto riguarda la diminuzione effettiva delle temperature e l’arrivo di possibili nevicate a quote rilevanti.
Tra le varie possibilità, quella con maggiori probabilità di verificarsi è sicuramente l’arrivo di nuove disturbi e una significativa diminuzione delle temperature nella seconda metà di ottobre, a scapito delle ondate di calore, che stanno diventando sempre più rare.
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Le ultime previsioni meteo a lungo raggio indicano con crescente certezza un quadro meteo decisamente gelido per la seconda parte di ottobre. L’autunno sembra essere pronto a entrare in pieno vigore, giorno dopo giorno, favorendo non solo l’arrivo delle consuete disturbi atlantici, che dominano la scena da metà settembre, ma anche le prime incursioni fredde di fine autunno, se non addirittura di carattere invernale.
Proiezioni del modello americano GFS
Il modello americano GFS a lungo termine prevede scenari notevolmente più gelidi dopo metà ottobre, a causa dell’arrivo delle prime significative masse d’aria gelida e di carattere artico sull’Europa. Queste masse d’aria molto più fredde interesseranno principalmente la Scandinavia e l’Europa orientale, dove si prevede una notevole diminuzione delle temperature tra il 15 e il 25 ottobre. Il vortice polare, proprio in questo periodo, tende a rafforzarsi notevolmente rispetto al mese di settembre, assumendo caratteristiche tipicamente invernali sul Polo Nord. Ed è proprio in questo contesto che le prime incursioni fredde possono colpire l’Europa settentrionale, a volte anche l’Europa orientale e le latitudini più basse.
Potenziale ondata di freddo in Italia
Non a caso, nella seconda metà di ottobre, le probabilità di assistere alla prima ondata di freddo di fine autunno in Italia e nella regione balcanica aumenteranno. Secondo gli ultimi aggiornamenti del modello americano GFS, questa incursione fredda potrebbe verificarsi durante la terza decade del mese, ma ovviamente siamo ancora molto lontani dal poter fare una previsione affidabile, soprattutto per quanto riguarda la diminuzione effettiva delle temperature e l’arrivo di possibili nevicate a quote rilevanti.
Tra le varie possibilità, quella con maggiori probabilità di verificarsi è sicuramente l’arrivo di nuove disturbi e una significativa diminuzione delle temperature nella seconda metà di ottobre, a scapito delle ondate di calore, che stanno diventando sempre più rare.
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Proiezioni del modello americano GFS
Il modello americano GFS a lungo termine prevede scenari notevolmente più gelidi dopo metà ottobre, a causa dell’arrivo delle prime significative masse d’aria gelida e di carattere artico sull’Europa. Queste masse d’aria molto più fredde interesseranno principalmente la Scandinavia e l’Europa orientale, dove si prevede una notevole diminuzione delle temperature tra il 15 e il 25 ottobre. Il vortice polare, proprio in questo periodo, tende a rafforzarsi notevolmente rispetto al mese di settembre, assumendo caratteristiche tipicamente invernali sul Polo Nord. Ed è proprio in questo contesto che le prime incursioni fredde possono colpire l’Europa settentrionale, a volte anche l’Europa orientale e le latitudini più basse.
Potenziale ondata di freddo in Italia
Non a caso, nella seconda metà di ottobre, le probabilità di assistere alla prima ondata di freddo di fine autunno in Italia e nella regione balcanica aumenteranno. Secondo gli ultimi aggiornamenti del modello americano GFS, questa incursione fredda potrebbe verificarsi durante la terza decade del mese, ma ovviamente siamo ancora molto lontani dal poter fare una previsione affidabile, soprattutto per quanto riguarda la diminuzione effettiva delle temperature e l’arrivo di possibili nevicate a quote rilevanti.
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Proiezioni del modello americano GFS
Il modello americano GFS a lungo termine prevede scenari notevolmente più gelidi dopo metà ottobre, a causa dell’arrivo delle prime significative masse d’aria gelida e di carattere artico sull’Europa. Queste masse d’aria molto più fredde interesseranno principalmente la Scandinavia e l’Europa orientale, dove si prevede una notevole diminuzione delle temperature tra il 15 e il 25 ottobre. Il vortice polare, proprio in questo periodo, tende a rafforzarsi notevolmente rispetto al mese di settembre, assumendo caratteristiche tipicamente invernali sul Polo Nord. Ed è proprio in questo contesto che le prime incursioni fredde possono colpire l’Europa settentrionale, a volte anche l’Europa orientale e le latitudini più basse.
Potenziale ondata di freddo in Italia
Non a caso, nella seconda metà di ottobre, le probabilità di assistere alla prima ondata di freddo di fine autunno in Italia e nella regione balcanica aumenteranno. Secondo gli ultimi aggiornamenti del modello americano GFS, questa incursione fredda potrebbe verificarsi durante la terza decade del mese, ma ovviamente siamo ancora molto lontani dal poter fare una previsione affidabile, soprattutto per quanto riguarda la diminuzione effettiva delle temperature e l’arrivo di possibili nevicate a quote rilevanti.
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Il modello americano GFS a lungo termine prevede scenari notevolmente più gelidi dopo metà ottobre, a causa dell’arrivo delle prime significative masse d’aria gelida e di carattere artico sull’Europa. Queste masse d’aria molto più fredde interesseranno principalmente la Scandinavia e l’Europa orientale, dove si prevede una notevole diminuzione delle temperature tra il 15 e il 25 ottobre. Il vortice polare, proprio in questo periodo, tende a rafforzarsi notevolmente rispetto al mese di settembre, assumendo caratteristiche tipicamente invernali sul Polo Nord. Ed è proprio in questo contesto che le prime incursioni fredde possono colpire l’Europa settentrionale, a volte anche l’Europa orientale e le latitudini più basse.
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Il modello americano GFS a lungo termine prevede scenari notevolmente più gelidi dopo metà ottobre, a causa dell’arrivo delle prime significative masse d’aria gelida e di carattere artico sull’Europa. Queste masse d’aria molto più fredde interesseranno principalmente la Scandinavia e l’Europa orientale, dove si prevede una notevole diminuzione delle temperature tra il 15 e il 25 ottobre. Il vortice polare, proprio in questo periodo, tende a rafforzarsi notevolmente rispetto al mese di settembre, assumendo caratteristiche tipicamente invernali sul Polo Nord. Ed è proprio in questo contesto che le prime incursioni fredde possono colpire l’Europa settentrionale, a volte anche l’Europa orientale e le latitudini più basse.
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Il modello americano GFS a lungo termine prevede scenari notevolmente più gelidi dopo metà ottobre, a causa dell’arrivo delle prime significative masse d’aria gelida e di carattere artico sull’Europa. Queste masse d’aria molto più fredde interesseranno principalmente la Scandinavia e l’Europa orientale, dove si prevede una notevole diminuzione delle temperature tra il 15 e il 25 ottobre. Il vortice polare, proprio in questo periodo, tende a rafforzarsi notevolmente rispetto al mese di settembre, assumendo caratteristiche tipicamente invernali sul Polo Nord. Ed è proprio in questo contesto che le prime incursioni fredde possono colpire l’Europa settentrionale, a volte anche l’Europa orientale e le latitudini più basse.
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Il modello americano GFS a lungo termine prevede scenari notevolmente più gelidi dopo metà ottobre, a causa dell’arrivo delle prime significative masse d’aria gelida e di carattere artico sull’Europa. Queste masse d’aria molto più fredde interesseranno principalmente la Scandinavia e l’Europa orientale, dove si prevede una notevole diminuzione delle temperature tra il 15 e il 25 ottobre. Il vortice polare, proprio in questo periodo, tende a rafforzarsi notevolmente rispetto al mese di settembre, assumendo caratteristiche tipicamente invernali sul Polo Nord. Ed è proprio in questo contesto che le prime incursioni fredde possono colpire l’Europa settentrionale, a volte anche l’Europa orientale e le latitudini più basse.
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Il modello americano GFS a lungo termine prevede scenari notevolmente più gelidi dopo metà ottobre, a causa dell’arrivo delle prime significative masse d’aria gelida e di carattere artico sull’Europa. Queste masse d’aria molto più fredde interesseranno principalmente la Scandinavia e l’Europa orientale, dove si prevede una notevole diminuzione delle temperature tra il 15 e il 25 ottobre. Il vortice polare, proprio in questo periodo, tende a rafforzarsi notevolmente rispetto al mese di settembre, assumendo caratteristiche tipicamente invernali sul Polo Nord. Ed è proprio in questo contesto che le prime incursioni fredde possono colpire l’Europa settentrionale, a volte anche l’Europa orientale e le latitudini più basse.
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