Il ritorno all’ora solare: un’analisi del fenomeno
Nella notte tra il 26 e il 27 ottobre 2024, si verificherà il passaggio all’ora solare. Questo evento, che comporta lo spostamento delle lancette indietro di un’ora, ci permetterà di guadagnare un’ora di sonno. Il ritorno all’ora solare è considerato un ritorno a un ritmo più “naturale”, che rispecchia meglio il ciclo solare. Tuttavia, questo fenomeno non è privo di controversie, poiché solleva una serie di questioni relative alla salute, all’economia e all’ambiente.
Il risparmio energetico dell’ora legale
Dal punto di vista economico, l’ora legale permanente potrebbe portare a significativi risparmi. Secondo i dati forniti da Terna, mantenere l’ora legale per tutto l’anno in Italia potrebbe portare a un risparmio energetico stimato in circa 90 milioni di euro. Inoltre, si prevede una riduzione delle emissioni di CO2 di 170.000 tonnellate nel 2024. Si stima inoltre che il risparmio energetico associato al cambio d’ora negli ultimi vent’anni abbia permesso di risparmiare oltre 11,7 miliardi di kWh, equivalenti a un risparmio complessivo di 2,2 miliardi di euro.
Il dibattito tra ora solare e ora legale
Nonostante i vantaggi economici e ambientali, molti italiani preferiscono il ritorno all’ora solare per mantenere un ritmo circadiano più equilibrato, soprattutto durante i mesi invernali. È noto che il cambio d’ora, sia in avanti che indietro, può avere effetti sulla salute, causando in particolare squilibri nel sonno e aumentando la fatica nei giorni successivi. Alcuni esperti hanno paragonato il passaggio all’ora legale a un mini jet-lag, soprattutto quando si perde un’ora di sonno in primavera.
La questione dell’abolizione del doppio cambio d’ora
Il dibattito sull’abolizione del doppio cambio d’ora è ancora vivo in Europa. Nel 2018, il Parlamento europeo ha approvato la possibilità per ogni Stato di scegliere tra l’ora legale o solare permanente. Tuttavia, l’Italia non ha ancora preso una decisione definitiva in merito.