Eventi meteorologici estremi nell’area mediterranea: un’analisi
Le cronache meteo sono ormai piene di eventi meteorologici estremi nell’area mediterranea. Gli esempi si sprecano pure in Italia. La causa principale è stata una “goccia fredda” in movimento retrogrado, posizionata tra la Penisola Iberica e le coste settentrionali del Nord Africa.
Questa configurazione meteorologica, caratterizzata da una depressione isolata e circondata da un’alta pressione invalicabile, ha intrappolato la perturbazione, spingendola a muoversi in maniera irregolare. Impossibilitata a disperdersi, la goccia fredda ha generato fortissimi rovesci, colpendo ogni area sul suo percorso con grande impeto e determinando situazioni di forte criticità idraulica.
Il caso di Valencia
Il passaggio di questa goccia fredda ha avuto un impatto significativo sulle Baleari, concentrandosi specialmente lungo la costa orientale dell’Isola di Maiorca. Qui, l’instabilità atmosferica dovuta allo scirocco ha favorito lo sviluppo di potenti temporali che hanno rapidamente causato alluvioni nella cittadina di Porto Cristo, devastando l’area con gravi danni.
Questa instabilità atmosferica, innescata dall’energia accumulata, ha proseguito il suo corso colpendo duramente anche l’area metropolitana di Valencia, da dove sono state trasmesse immagini di alluvioni e disagi. La città di Chiva, a soli 30 km da Valencia, ha registrato un evento pluviometrico estremo e senza precedenti, con ben 435,8 mm di pioggia in sei ore, di cui 343 mm in un intervallo di appena quattro ore. Questo sistema temporalesco auto-rigenerante e pressoché stazionario ha colpito duramente la zona, evidenziando la crescente predisposizione del Mediterraneo a fenomeni meteorologici estremi.
Un aumento dei fenomeni temporaleschi estremi nel Mediterraneo
Nel Mediterraneo si osserva un’intensificazione delle condizioni favorevoli alla formazione di temporali violenti. Ciò è attribuibile all’incremento della CAPE (Convective Available Potential Energy), una misura dell’energia disponibile per la convezione atmosferica, che quantifica il potenziale di energia che i temporali possono accumulare e scaricare sotto forma di intense precipitazioni e forti venti.
Per dirla in maniera semplice, è una grandezza che dipende dai profili verticali di temperatura e umidità: valori elevati di CAPE segnalano un’atmosfera altamente instabile, con elevate possibilità di sviluppare temporali intensi.
Un’energia sempre crescente
Tutto questo si traduce in sempre maggiore energia termica disponibile. Quando fa troppo caldo in Estate e lo fa soprattutto a lungo il mare assimila tanto calore e lo rilascia in maniera brusca quando ci sono le condizioni idonee, specialmente nella stagione autunnale. Stiamo quindi pagando lo scotto di mesi troppo caldi passati.