La straordinaria nevicata del 6 e 7 gennaio 2009 è rimasta negli annali come una delle più significative degli ultimi decenni per il Nord Italia, con accumuli che hanno raggiunto i 40-60 cm in alcune aree della Lombardia, tra cui la Città di Milano. Questo evento fu il risultato di complesse dinamiche meteorologiche, caratterizzate dall’interazione tra masse d’aria fredda e correnti umide, con un impatto rilevante sia sul territorio che sulla popolazione.
Condizioni meteorologiche precedenti: il cuscinetto freddo padano
A partire dal 3 gennaio 2009, il Nord Italia fu interessato da un’ondata di gelo artico, con temperature costantemente inferiori ai 5°C e minime che toccarono i -2°C in diverse località. Questo periodo di freddo intenso favorì la formazione del cosiddetto “cuscinetto freddo padano”, uno strato d’aria gelida al suolo ideale per l’attecchimento della neve.
La dinamica dell’evento: il ruolo del vortice freddo
Nei giorni precedenti l’Epifania, un vortice freddo proveniente dalla Francia si avvicinò al Nord Italia, interagendo con l’aria fredda già presente sulla Pianura Padana. Questo sistema ciclonico richiamò correnti umide dal Mar Ligure, creando un contrasto termico che intensificò le precipitazioni nevose.
Tra il 5 e il 6 gennaio, le prime piogge si trasformarono rapidamente in neve, con fenomeni iniziali come nevischio o neve tonda che anticiparono l’arrivo delle nevicate più consistenti. Le mappe sinottiche indicarono un alto rischio di nevicate corpose, in particolare sulle regioni pedemontane e nella Città di Milano.
Accumuli nevosi: un evento eccezionale
Il 6 gennaio 2009, la neve iniziò a cadere copiosamente su Milano e su gran parte della Lombardia, raggiungendo accumuli straordinari. Nella città, lo spessore nevoso arrivò a 40 cm, mentre nelle aree settentrionali della regione si registrarono punte di 50-60 cm, specialmente nei fondovalle e nelle zone collinari. Questa abbondante nevicata rese impraticabili molte strade e bloccò il traffico urbano, trasformando il paesaggio in uno spettacolo imbiancato.
Impatti e disagi
L’intensità della nevicata provocò numerosi disagi:
- Trasporti urbani: molte strade divennero impraticabili, con mezzi bloccati e insufficienza di spazzaneve.
- Ferrovie: ritardi e cancellazioni dei treni resero difficoltosi gli spostamenti, con stazioni sovraffollate.
- Aeroporti: voli dirottati e operazioni di sgombero neve prolungate paralizzarono gli scali principali, come Malpensa e Linate.
Nonostante le difficoltà, la popolazione apprezzò la suggestione del paesaggio, con immagini iconiche come Piazza Duomo completamente imbiancata.
Le cause atmosferiche: un perfetto incastro meteorologico
La nevicata fu il risultato di un raro fenomeno di scorrimento atmosferico, in cui l’aria umida sovrastante si raffreddò rapidamente a contatto con il cuscinetto gelido al suolo. Il vortice freddo e le correnti da nord-est contribuirono a mantenere le temperature rigide, favorendo la persistenza del manto nevoso e la formazione di fiocchi di grandi dimensioni.
Impatti climatici nel contesto storico
L’Epifania del 2009 rappresentò uno degli eventi nevosi più significativi del decennio 2000-2010. Sebbene il cambiamento climatico globale sia stato inizialmente ritenuto irrilevante in quegli anni, successivi dati hanno mostrato una tendenza al riscaldamento. Tra il 2010 e il 2024, la temperatura media globale è aumentata sensibilmente, rendendo il periodo 2015-2024 il più caldo mai registrato secondo l’OMM.
Tuttavia, l’episodio del 2009 resta una testimonianza di come dinamiche locali e interazioni atmosferiche possano ancora generare eventi nevosi straordinari, anche in un contesto di cambiamento climatico.