Un aggiornamento del 9 gennaio 2025 pubblicato da Emily Becker su Climate.gov conferma l’emergere di condizioni di La Niña nel Pacifico tropicale, rilevate già nel mese di dicembre 2024. Questo fenomeno, pur di intensità debole, potrebbe comunque influenzare i modelli climatici globali nei prossimi mesi, con implicazioni significative anche per l’Europa.
La Niña e l’ENSO: caratteristiche e tempistica
La Niña rappresenta una delle due fasi principali dell’El Niño/Oscillazione Meridionale (ENSO), caratterizzata da temperature della superficie del mare inferiori alla media nell’area est-centro del Pacifico equatoriale.
Secondo il rapporto, c’è una probabilità del 59% che le condizioni di La Niña persistano fino al periodo febbraio-aprile 2025, per poi lasciare spazio a un clima neutrale tra marzo e maggio, con una probabilità stimata al 60%.
Tuttavia, l’intensità prevista è debole: l’indice Niño-3.4, che misura le anomalie termiche nell’area chiave del Pacifico, difficilmente scenderà sotto i -1,0 °C per una stagione intera. Ciò significa che l’impatto potrebbe essere meno significativo rispetto agli eventi di La Niña più intensi.
Tempistica insolita e segnali atmosferici
Un aspetto curioso di questa La Niña è la sua tempistica, che differisce da quella tipica del fenomeno ENSO. Solitamente, tali eventi iniziano in primavera o estate, mentre questa si è manifestata più tardi, probabilmente influenzata dalle temperature oceaniche globali, che sono più calde della media.
Nonostante la debolezza del fenomeno, l’atmosfera ha già mostrato segni caratteristici di La Niña:
- Venti alisei intensificati, che favoriscono il raffreddamento delle acque superficiali.
- Cambiamenti nei modelli di precipitazione, con alterazioni significative nel clima tropicale.
Impatti globali attesi
La Niña, anche se debole, può causare variazioni nei modelli di precipitazione e temperatura a livello globale, con ripercussioni economiche e ambientali. Ecco alcune delle aree potenzialmente interessate:
- Sud-Est asiatico e Australia: precipitazioni superiori alla media, con un rischio aumentato di alluvioni.
- Costa occidentale del Sud America: probabile incremento di periodi di siccità.
- Africa orientale: potenziale riduzione delle piogge, che potrebbe aggravare situazioni di crisi idrica.
- Stati Uniti: durante La Niña, il Sud tende a sperimentare condizioni più secche e calde, mentre il Nord-Ovest registra un aumento delle precipitazioni.
Prospettive per l’Europa
L’impatto di La Niña sull’Europa è indiretto e dipende dall’interazione con altri fattori climatici, come la circolazione atmosferica globale e l’Oscillazione Artica (AO). Tuttavia, alcune correlazioni possono emergere:
- Un indebolimento del flusso zonale potrebbe favorire ondate di freddo artico in Europa centrale e meridionale.
- Anomalie di alta pressione sull’Atlantico settentrionale potrebbero alterare il percorso delle perturbazioni atlantiche, favorendo un clima più secco su alcune aree europee, tra cui il Mediterraneo occidentale.
Sebbene queste tendenze non siano ancora confermate per il 2025, il monitoraggio costante dei modelli climatici sarà cruciale per comprendere meglio le implicazioni a livello europeo e mitigare eventuali conseguenze.
Monitoraggio e preparazione
La debole intensità di La Niña non deve far sottovalutare l’importanza del suo monitoraggio. Anche un evento moderato può alterare significativamente i modelli climatici regionali, influenzando settori cruciali come l’agricoltura, la gestione delle risorse idriche e la pianificazione urbana.
Le prossime settimane saranno decisive per valutare l’evoluzione del fenomeno e la sua interazione con altri fattori atmosferici, fornendo indicazioni utili per affrontare i potenziali impatti globali e locali di questa La Niña inusuale.