L’ondata di freddo artico-continentale in corso potrebbe durare più del previsto, con un secondo nucleo di aria gelida atteso tra il 15 e il 17 gennaio, rafforzando l’attuale fase di maltempo. Si prevede un picco tra oggi e il 14 gennaio, seguito da un graduale miglioramento delle temperature a partire dal 16 gennaio, anche se il clima rimarrà rigido.
Freddo intenso e nevicate sugli Appennini
L’irruzione artica porterà l’isoterma di -5°C a 850 hPa su gran parte della Penisola, con punte di -6°C o -8°C nelle aree appenniniche orientali. Le regioni meridionali e centrali affronteranno piogge abbondanti e nevicate fino a quote collinari, mentre Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata e Calabria registreranno accumuli nevosi significativi.
Le regioni settentrionali, come Piemonte e Lombardia, vivranno un clima freddo ma prevalentemente asciutto. Marche e Umbria subiranno nevicate meno intense, pur rimanendo influenzate dall’aria fredda. I venti di bora e grecale contribuiranno a far percepire temperature ancora più rigide.
L’impatto sul Mediterraneo
La complessità geografica del Mediterraneo amplifica le difficoltà previsionali. L’interazione tra aria gelida e acque relativamente calde favorisce la formazione di vortici depressionari intensi e ciclogenesi rapide, con variazioni imprevedibili nella loro traiettoria. Fenomeni come il cut-off, dove un vortice depressionario si separa dalla circolazione principale, possono amplificare gli effetti del maltempo su aree specifiche.
Sfide nella previsione meteo
La variabilità atmosferica nel Mediterraneo rappresenta una sfida complessa per i meteorologi. Sebbene i modelli numerici abbiano fatto progressi, le dinamiche rapide e locali dei sistemi ciclonici rendono difficili previsioni accurate oltre pochi giorni. Monitoraggi costanti e aggiornamenti frequenti sono fondamentali per mitigare i disagi e affrontare al meglio gli eventi estremi.