Il Nord Italia continua a vivere una fase meteorologicamente statica, con poche novità rispetto ai mesi precedenti. Dopo una breve parentesi più dinamica nella prima decade di gennaio, lo scenario sembra destinato a riproporre le medesime condizioni: assenza di piogge, alternanza tra freddo in pianura e mitezza in montagna, e un dominio anticiclonico che non lascia spazio a perturbazioni significative.
Alta pressione dominante e temperature in altalena
Il prossimo periodo sarà caratterizzato da un potente campo di alta pressione che proteggerà il Centro-Nord Europa e il Nord Italia. Questa configurazione impedirà l’arrivo di perturbazioni atlantiche, mantenendo condizioni di stabilità atmosferica.
A inizio settimana, il clima sarà freddo soprattutto in montagna e nelle pianure, grazie all’inversione termica. Nelle Alpi, le temperature a 1400 metri potrebbero scendere sotto i -15°C, mentre in pianura si registreranno minime ben al di sotto dei -5°C, con possibilità di gelate diffuse.
Dalla metà della settimana, tuttavia, l’alta pressione favorirà un graduale riscaldamento in quota, con temperature in aumento sulle Alpi Orientali, dove si potrebbero raggiungere valori fino a 8°C sopra la media stagionale. Nelle aree occidentali, l’aumento sarà meno marcato, ma comunque significativo, portando un contrasto evidente tra il freddo persistente in pianura e la mitezza in montagna.
Anomalie termiche straordinarie in Europa settentrionale
Il Nord Europa vivrà una situazione meteorologica estrema, con anomalie termiche fino a 16-20°C sopra la media stagionale in regioni come la Scandinavia. Questa eccezionale mitezza si collegherà alla presenza di un vasto anticiclone, che garantirà stabilità atmosferica ma, allo stesso tempo, contribuirà a mantenere il Nord Italia lontano dalle piogge.
Assenza di piogge al Nord Italia
La pioggia continuerà a essere una grande assente al Nord Italia. Il flusso atlantico, bloccato dall’anticiclone, non riuscirà a portare alcun peggioramento significativo. Questo significa che le prossime due settimane saranno caratterizzate da condizioni secche, con un deficit idrico sempre più marcato.
Le prospettive per la terza decade di gennaio non lasciano intravedere cambiamenti significativi. Il Nord Italia rimarrà prima sotto l’influenza dell’anticiclone e successivamente, forse, in una palude barica. Solo dopo il 25 gennaio, secondo alcune ipotesi a lungo termine – da considerare però nel campo del “fanta meteo” – potrebbe verificarsi un ritorno del flusso atlantico e delle piogge. Tuttavia, per il momento, non ci sono certezze su una data per il ritorno delle precipitazioni.
Conseguenze di un inverno statico
Questo prolungato periodo di stabilità atmosferica avrà diverse ripercussioni:
- Persistenza del deficit idrico: Il Nord Italia, già colpito da una marcata siccità negli ultimi mesi, rischia di vedere aggravarsi la situazione, soprattutto nei settori agricoli e nei bacini idrici.
- Inquinamento atmosferico: L’assenza di vento e pioggia favorirà l’accumulo di polveri sottili (PM10 e PM2.5), con conseguente peggioramento della qualità dell’aria nelle aree urbane.
- Contrasto termico montagna-pianura: L’inversione termica accentuerà le differenze tra il freddo intenso delle pianure e la mitezza delle montagne, rendendo più evidente il clima anomalo di questo periodo.
Conclusione: un inverno a due velocità
Mentre il Centro-Sud Italia sarà interessato da fasi di maltempo intermittenti, il Nord Italia resterà bloccato in un inverno “monotono”, segnato dalla stabilità anticiclonica e dall’assenza di piogge. Per le prossime due settimane, lo scenario non sembra destinato a cambiare, confermando un gennaio dominato da secco e alta pressione. Resta da vedere se, con l’avvicinarsi della fine del mese, l’Atlantico riuscirà a farsi strada, portando finalmente un po’ di pioggia al Nord.
